Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Vincenzo Tizzani (Roma 1809 –1892) è stato un sacerdote e storico romano, appartenente alla congregazione dei Canonici Regolari del SS. Salvatore Lateranense, autore del trattato Sul magnetismo animale. Discorso istorico-critico (1842), uno dei primi studi cattolici sul magnetismo animale in Italia.
Cenni biografici
Formatosi presso il Collegio Romano e nel seminario romano di S. Apollinare, Tizzani entrò nell’ordine Canonico Regolare Lateranense nel 1832 e fu ordinato sacerdote nel 1834. Nel 1837, dopo aver insegnato per alcuni anni matematica nel collegio della basilica di S. Giovanni in Laterano, fu nominato professore di storia ecclesiastica presso l’università La Sapienza, incarico che mantenne fino al 1871. Sempre nel 1837 entrò a fare parte del Collegio dei consultori dell’Indice, dove si occupò spesso della valutazione teologico-morale di opere letterarie, soprattutto francesi (Balzac, Sand) e italiane (Leopardi). Da lì a poco Tizzani sarebbe stato nominato vescovo di Terni (1843), quindi, alcuni anni più tardi, cappellano maggiore dell’esercito pontificio (1850) e patriarca latino di Antiochia (1886). Carattere «non piaggiatore ma indipendente», come si definisce lui stesso Tizzani, secondo Giuseppe M. Croce, «fu «conoscitore profondo e disincantato della Roma dei suoi tempi, vicino alla Curia e a Pio IX ma non tanto da dismettere le capacità di osservazione e di critica alle quali un lungo tirocinio accademico l’aveva intimamente formato» (Croce 2019).
Studi sul magnetismo animale: il Discorso istorico-critico (1842)
Il saggio Sul magnetismo animale. Discorso istorico-critico (1842) costituisce la versione scritta di un discorso pronunciato nell’Accademia di Religione cattolica il 21 luglio del 1842 di fronte ad una platea di cardinali e prelati. Nell'affrontare il tema del magnetismo animale, Tizzani intendeva confutare le tesi di Ignazio Giovanni Cadolini (1794-1850), Segretario di Propaganda Fide e futuro cardinale. Questi, in una pubblicazione anonima uscita l’anno precedente per i tipi della congregazione, si era proposto, secondo Tizzani, di «insinuare ai fedeli che il demonio era il vero autore dei prodigiosi avvenimenti attribuiti al magnetismo animale» (AAV, Segreteria di Stato, Spoglio Leone XIII, B. 13, fasc. 72, ff. 404v-405r). In ciò Cadolini seguiva evidentemente la prospettiva demonologica inaugurata dai cattolici conservatori francesi (Fiard, Fustier, etc.) e ripresa, in Italia, dal sacerdote Agostino Peruzzi, collaboratore di Cadolini.
Il problema rappresentato dal magnetismo animale è chiaramente precisato da Tizzani all’inizio del volume: «Del magnetismo animale si giovano in ispecial modo i razionalisti ad ispiegare le stupende miracolose gesta de' Profeti, degli Apostoli, e di Cristo, e di quanti si ebber fama di taumaturghi cristiani, per togliere così di mezzo quel motivo di credibilità potentemente fondato sui miracoli di nostra santa religione» (Tizzani 1842, pp. 3-4). Questa naturalizzazone del miracoloso cristiano da parte dei magnetisti rappresenta il «delirio» di una «mente insuperbita» che vuole «usurparsi fino il potere di Dio» (ibidem, p. 5). Tale operazione del resto non è nuova, poiché secondo Tizzani «Mesmer ha rinnovato solamente sotto altre forme le imposture e i vaneggiamenti degli antichi» (ibidem). Pratiche simili a quelle del magnetismo animale, a detta di Tizzani, esistevano infatti nell’Egitto, nella Grecia e nella Roma antica.
Il discorso di Tizzani è strutturato in quattro parti. La prima riferisce con dovizia di dettagli la storia di Mesmer e del magnetismo animale, e descrive i metodi impiegati dai magnetizzatori. La seconda si concentra sulle crisi magnetiche e le condizioni che ad esse predispongono: il sesso femminile, la giovane età, il temperamento nervoso o delicato, uno stato fisiologico di magrezza e debolezza, uno stato morale di «simpatia» tra magnetizzatore e magnetizzato, alcune caratteristiche frenologiche, la scelta dei luoghi (tranquilli, solitari) e dei testimoni. Quanto all’efficacia terapeutica delle terapie mesmeriche, Tizzani ricorda che è stata negata dalla commissione d'inchiesta nominata dal re di Francia Luigi XVI nel 1784, la quale attribuiva le guarigioni provocate dal mesmerismo all’effetto dell'«immaginazione esaltata». Il sacerdote non può che sottoscrivere, citando, oltre ai documenti della commissione, le osservazioni di Francesco Orioli (Lettere critiche sul mesmerismo, 1817) e di Ludovico Antonio Muratori (Della forza della fantasia umana, 1745).
Se dunque le crisi magnetiche, e con esse l’eventuale efficacia delle terapie mesmeriche, vanno ricondotte all’immaginazione, i misteriosi fenomeni del sonnambulismo – discussi nella terza parte – sono dal canto loro dovuti unicamente alla frode, ad un inganno perpetrato da magnetizzatori e dei magnetizzati insieme, oppure solo dai secondi, che si prendono gioco dei primi. L’insieme dei fenomeni relativi alla «lucidità» magnetica (visione a distanza, telepatia, precognizione) è ridicolizzato da Tizzani, che programmaticamente esclude di esaminarne le cause, ma mira a rivelarne l’insussistenza mostrando che il sonnambulismo è fondamentalmente un’impostura. Così, le sonnambule sono definite «astutissime femmine che, o d’accordo co’ magnetizzatori, o ingannando anch’essi, facevansi spettacolo alla romorosa Parigi» (ibidem, p. 117), degne eredi delle streghe medievali a cui Tizzani, anni dopo, avrebbe dedicato studi mai pubblicati.
La meticolosa dimostrazione dell’impostura magnetica serve, in ultima analisi, a tracciare una linea di demarcazione invalicabile tra questa e il miracolo cristiano, oggetto della quarta ed ultima sezione. La conclusione a cui perviene Tizzani è che il «magnetismo animale è una nuova veste data ai deliri degli antichi, e che i miracoli di Cristo non possono in nessun modo spiegarsi con il mesmerismo (ibidem, p. 160).
Fortuna del Discorso istorico-critico
In ambito scientifico il Discorso di Tizzani non ebbe particolare risonanza. Esso fu definito una «cicalata» dal noto fisico viterbese Francesco Orioli, che in quegli anni si stava occupando di magnetismo animale da un punto di vista scientifico e medico. Tra gli ecclesiastici romani, tuttavia il lavoro del canonico, volto a demolire dalle fondamenta il magnetismo animale, sembra aver ricevuto una certa approvazione, almeno nell'immediato. Alcuni dopo, Tizzani scriverà a Leone XIII con un certo compiacimento: «In questa memoria rivendicai agl’impostori quei fenomeni, scagionandone il diavolo di Mgr. Cadolini. Il mio scritto produsse l’effetto desiderato dal papa che cioè in Italia non si parlasse più del magnetismo animale, e non se ne parlò infatti fino al pontificato di Pio IX, quando cioè vennero le tavole rotanti che presero voga con gli articoli della Civiltà Cattolica» (Croce 2015, p. CCLXXVI e nota 272). Da notare, peraltro, che il noto Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica (1840–1861) di Gaetano Moroni non ne menziona i dialoghi sul magnetismo di Peruzzi (più volte citato per i suoi studi storici su Ancona), mentre nel 1846 raccomanda di leggere, al riguardo, il volume di Tizzani. A riprova della considerazione in cui lo teneva l’autore, il Discorso istorico-critico venne ripubblicato nel 1852, quando la polemica sul magnetismo animale conobbe un nuovo picco.
La linea argomentativa marcatamente «scettica» del Discorso istorico-critico, tuttavia, non godrà di grande fortuna nelle successive polemiche cattoliche contro il magnetismo animale. A partire dagli anni '50, infatti, il dibattito sarà caratterizzato, in Italia come all'estero, dalla sistematica sovrapposizione del tema del magnetismo animale con quello dello spiritismo. All'interno del mondo cattolico, di conseguenza, si affermò la prospettiva «demonologica» abbozzata da Cadolini e Peruzzi, più estensivamente sviluppata da polemisti come Monticelli, Caroli ed Alimonda.
Fonti e bibliografia
Opere di Tizzani sul magnetismo animale
- Sul magnetismo animale. Discorso istorico-critico letto all'accademia di Religione Cattolica il dì 21 luglio 1842, Tipografia Salviucci, Roma, 1842.
Studi critici
- Giuseppe M. Croce, «Una fonte importante per la storia del pontificato di Pio IX e del Concilio Vaticano I: I manoscritti inediti di Vincenzo Tizzani», in Archivum Historiae Pontificiae 23/1985, pp. 217–345.
- Giuseppe M. Croce, «Monsignor Vincenzo Tizzani ed il Concilio Vaticano I: A proposito di una recente pubblicazione», in Archivum Historiae Pontificiae 31/1993, pp. 307–348
- Giuseppe M. Croce, «Le opere ed i giorni», in Vincenzo Tizzani, Effemeridi romane, I: 1828-1860, a cura di Giuseppe M. Croce, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Roma, 2015, xxix–ccclvi.
- Giuseppe M. Croce, «Tizzani, Vincenzo», in Dizionario biografico degli italiani, vol. 95, Istituto della Enciclopedia italiana, Roma, 2019, pp. 768–773 (versione online https://www.treccani.it/enciclopedia/vincenzo-tizzani_(Dizionario-Biografico)/; URL consultata il 21 gennaio 2024).
Fonti archivistiche
Per una descrizione esaustiva dei fondi d’archivio relativi a Vincenzo Tizzani, il lettore può consultare i lavori di Giuseppe M. Croce citati in bibliografia. Per la redazione di questa voce abbiamo utilizzato alcuni materiali conservati presso l’Archivio Apostolico Vaticano (AAV nel testo) ed in particolare il documento seguente: Segreteria di Stato, Spoglio Leone XIII, B. 13, fasc. 72, «Manoscritti contenenti la storia di alcuni pontificati scritta da monsignor Vincenzo Tizzani (an.1882-1883)», ff. 110 (olim «Curia Romana. Busta 12 bis).
Nota bene
Questa voce è parte della sezione trasversale Mesmerismo, occultismo, spiritismo. Eterodossie del XIX secolo tra correnti esoteriche e nuove spiritualità, che intende presentare uno specifico campo culturale, che si delinea nel corso dell’Ottocento a cavallo tra medicina, religione, utopie politiche e nuove spiritualità. Le sue voci sono dedicate ad una serie di autori e movimenti, attivi a margine delle egemonie scientifiche e religiose occidentali, i quali, in continuità tra di loro e con frequenti richiami ad un bacino di idee e riferimenti comuni, operarono in una relazione di interscambio e conflitto con i saperi dominanti.
Article written by Francesco Baroni | Ereticopedia.org © 2024
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]