Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Vincenzo Pellicciari (Solara, Modena, 1694 - Modena, 30 giugno 1727) è stato un filatore di seta condannato a morte dal tribunale dell'Inquisizione di Modena.
Denunciato il 17 giugno 1726 da un collega filatore, fu subito fatto arrestare dall'Inquisitore di Modena Domenico Liboni. Fu l'ultimo condannato a morte dell'Inquisizione modenese: dopo approfondite indagini e vari interrogatori, l'esecuzione avvenne, per impiccagione, il 30 giugno 1727.
Pellicciari fu imputato di un insieme confuso di opinioni e atti eterodossi: negazione della verginità della Madonna; negazione dell'immortalità dell'anima; legittimazione della sodomia e della masturbazione; adorazione e patto con il Demonio; pratica di incantesimi e sortilegi.
Inutilmente l'avvocato d'ufficio, Matteo Maria Borghi, chiese clemenza per lui, rifacendosi alle Quaestiones medico-legales di Paolo Zacchia e invocandone l'insanità mentale.
Bibliografia
- Matteo Al Kalak, Marta Lucchi, Oltre il patibolo. I fratelli della morte di Modena tra giustizia e perdono, Bulzoni, Roma 2009.
- Romano Canosa, Storia dell'Inquisizione in Italia: dalla metà del Cinquecento alla fine del Settecento, vol. I, Modena, Sapere 2000, Roma 1986, pp. 107-114.
- Stefano Ferrari, L’ultima condanna a morte dell’Inquisizione di Modena: Vincenzo Pellicciari (1727), tesi di laurea inedita, Università degli Studi di Bologna, a.a. 1993-1994.
- Massimo Donattini, Pellicciari, Vincenzo, in DSI, vol. 3, pp. 1180-81.
Link
- Scheda su Vincenzo Pellicciari sul sito Symogih.org
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]