Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Vincenzo Bertoldo di Oderzo fu sottoposto a processo da parte dell'Inquisizione di Ceneda a seguito di una denuncia presentata contro di lui l'8 agosto 1569.
La sua casa ad Oderzo fu perquisita e vi fu rinvenuta una cassa con numerosi libri proibiti (tra questi, l'opera omnia di Lutero).
Arrestato nell'aprile 1570 insieme al suo servo Cipriano, il suo processo fu condotto dal vescovo Michele Della Torre e dall'inquisitore di Ceneda Daniele Sbarrato.
Detenuto a Ceneda nel castello di San Martino, Vincenzo Bertoldo affermò che i libri erano posseduti dal fratello prete Francesco Bertoldo, deceduto.
Poco dopo questa confessione (fatta in un interrogatorio svoltosi l'8 maggio 1570) Vincenzo morì improvvisamente in carcere, presumibilmente a causa di un colpo apoplettico, l'11 maggio 1570.
Bibliografia
- Andrea Del Col, La morte dell’inquisito nel castello di Ceneda, 11 maggio 1570. Il processo contro Vincenzo Bertoldo, in "Archivio storico cenedese", 1, 2015, pp. 45-82.
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]