Sede inquisitoriale di Vercelli

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


L'Inquisizione operò nel territorio di Vercelli sin dal XIII secolo. Originariamente Vercelli faceva parte di un distretto inquisitoriale domenicano più ampio che comprendeva, tra l'altro, anche Como, Novara, Ivrea. Il primo Inquisitore documentato specificamente per Vercelli risale al 1380. La "moderna" sede inquisitoriale di Vercelli, sempre di competenza domenicana, dovette nascere in concomitanza o poco dopo la promulgazione della Licet ab initio (1542). A partire dal 1554 circa è documentata la presenza stabile in qualità di Inquisitore di Vercelli di Giacomo Barrili.
Sotto l'Inquisitorato di Cipriano Uberti la sede inquisitoriale di Vercelli estese le sue competenze a Ivrea (dal 1566; Ivrea era stata per un breve periodo sede inquisitoriale autonomo: si conosce un solo inquisitore, Arcangelo Forchini da Borgomasino, in carica dal 1563 al 1566) e Aosta (dal 1572). Se la competenza su Ivrea venne mantenuta dopo la morte di Uberti (1607), quella su Aosta rimase invece problematica.
L'ultimo Inquisitore titolare per Vercelli fu Tommaso Fonticelli (1704–1712). Dopo di lui Vercelli ebbe solo vicari inquisitoriali.
L'Inquisizione fu formalmente soppressa a Vercelli così come in tutto il Piemonte nel 1799.

Vedi anche: Lista degli Inquisitori di Vercelli

Fonti mss.

  • Domenico Francesco Muzio, Tabula chronologica inquisitorum Italiae et insularum adiacentium ex Ordine praedicatorum, Biblioteca civica di Alessandria, Ms. 67, c. 95r.

Bibliografia

  • Vincenzo Lavenia, L’Inquisizione del duca. I domenicani e il Sant’Uffizio in Piemonte nella prima età moderna, in I Domenicani e l'Inquisizione romana, a cura di Carlo Longo, Istituto Storico Domenicano, Roma, 2008, pp. 415-476.
  • Vincenzo Lavenia, Vercelli, in DSI, vol. 3, pp. 1662-64.
  • Giorgio Tibaldeschi, Eretici a Vercelli nell’età della Controriforma, in "Bollettino Storico Vercellese", 13, 1984, p. 5-46.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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