Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
L'Inquisizione fu presente a Padova sin dal XIII sec., gestita prima dai domenicani e poi dai francescani (a partire della gestione francescana la sede del tribunale fu il convento di Sant'Antonio). Su questa struttura preesistente si installò la nuova Inquisizione dopo la creazione della Congregazione del Sant'Uffizio (1542) e il controllo del tribunale fu mantenuto dai francescani del convento del Santo. Le vicende della "moderna" Inquisizione padovana si legano indissolubilmente a quelle dell'Inquisizione di Venezia, presso la quale furono trasferiti numerosi processi. Il caso più eccellente è stato quello di Pomponio Algieri, poi estradato a Roma dalle autorità veneziane e giustiziato a piazza Navona. L'Inquisizione di Padova ebbe un certo ruolo nel controllo delle opinioni eterodosse che si diffondevano nella celebre università cittadina, pur frenata dalle autorità veneziane (in particolare in merito ai casi degli studenti provenienti da paesi protestanti), interessate a preservare il prestigio dello Studio patavino, legato anche a una certa libertà d'insegnamento.
L'attività inquisitoriale (ormai molto blanda nella seconda metà del Settecento) cessò con la caduta della Repubblica di Venezia nel 1797.
Vedi anche: Lista degli Inquisitori di Padova
Bibliografia
- Giovanni Angeli, Lettere del Sant’Ufficio di Roma all’Inquisizione di Padova (1567-1660), con nuovi documenti sulla carcerazione padovana di Tommaso Campanella in appendice, a cura di Antonino Poppi, Centro Studi Antoniani, Padova 2013.
- Stefania Malavasi, Padova, in DSI, vol. 3, p. 1155 (e bibliografia ivi citata).
Link
- Scheda sulla sede inquisitoriale di Padova sul sito Symogih.org
Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2014
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]