Sede inquisitoriale di Modena

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


L'Inquisizione fu attiva a Modena dalla fine del XIII secolo e fu sempre gestita dai domenicani.
Con la riorganizzazione centrale dell’Inquisizione romana, avvenuta nel 1542, la città venne annoverata tra i principali focolai eterodossi della penisola italiana che tenne impegnati gli inquisitori in una lunga serie di processi ai danni di vari gruppi votati a quelle confessioni cristiane, all’epoca considerate eretiche: luteranesimo e millenarismo.
A Modena risiedette fino al 1598 un vicario dell'Inquisitore di Ferrara (quest'ultimo aveva la competenza su tutti i domini estensi ad eccezione di Reggio Emilia, facente parte del tribunale di Parma dal XV secolo e che entrò come vicaria foranea della capitale estense solo nel 1564, grazie ad un accordo intercorso tra papa Pio IV e il duca Alfonso II d’Este).
Nel 1598, con la devoluzione di Ferrara allo Stato della Chiesa, Modena divenne capitale dello Stato estense e, di conseguenza, sede inquisitoriale autonoma (come anche Reggio Emilia). Da questo momento le frizioni tra il duca (con i suoi ministri) e l’Inquisizione locale, divennero sempre più crescenti. Cesare d’Este (come del resto i suoi successori), cercò di mettere mano alla giurisdizione inquisitoriale per controllarne l’attività: azioni quali la rimozione da parte di Roma, probabilmente su pressioni estensi a causa del troppo zelo nei provvedimenti punitivi ai danni di personaggi illustri della città, del giudice della fede Angelo Brizio da Cesena nel 1600; o la difesa della comunità ebraica nella disputa riguardante l’erezione di nuove sinagoghe nel territorio cittadino e periferico, sono la dimostrazione del grande sospetto e sfiducia del duca verso una istituzione che rappresentava in loco il potere papale. Lo stesso potere che tolse la prima capitale estense, Ferrara, alla famiglia regnante.
Il XVII e il XVIII secolo costellarono la vita del tribunale di processi che, inevitabilmente, avevano costi esosi per essere svolti e portati a termine. Questo estremo sforzo di controllo sulla moralità cittadina, ebbe come sfavorevole conseguenza lo svotamento delle casse del tribunale e il ricorso a prestiti di denaro proveniente da Roma o da sedi inquisitoriali più abbienti, financo il sequestro di beni o l’imputazione di pene pecuniarie a facoltose famiglie ebraiche, per tutto l’arco di vita della sede locale dell’Inquisizione.
Il definitivo collasso della istituzione inquisitoriale modenese venne causato, in prima battuta dallo scontro con la Giunta di Giurisdizione (un organismo ducale volto a sottrarre al potere religioso e all’Inquisizione vari privilegi giurisdizionali in materia di giustizia), tra il 1757 e il 1774; e l’unione di Reggio Emilia a seguito della morte dell’ultimo giudice della fede della “città sorella”, nel 1780, che aggiunse ulteriori debiti finanziari alla sede modenese, fortemente criticati dal nuovo magistrato inquisitoriale di tutti gli Stati estensi Giuseppe Maria Orlandi.
A seguito della morte di quest’ultimo, l'Inquisizione di Modena venne soppressa con decreto del duca Ercole III il 6 settembre 1785.

Vedi anche: Lista degli Inquisitori di Modena; Lista dei vicari inquisitoriali di Modena; Sede inquisitoriale di Ferrara

Bibliografia

  • Matteo Al Kalak, Gli eretici di Modena. Fede e potere alla metà del Cinquecento, Mursia, Milano 2008.
  • Luca Al Sabbagh, Il reato e il peccato. Il tribunale dell’Inquisizione di Reggio Emilia in età moderna (XVI-XVIII secolo), Aracne Editrice, Roma 2021.
  • Grazia Biondi, Patrizia Cremonini (a cura di), Eresie e magie tra Modena e Bologna. Il tribunale dell’Inquisizione di Modena e il controllo della fede sul territorio in età di Controriforma, Maglio Editore, San Giovanni in Persiceto 2014.
  • Grazia Biondi, Le lettere della Sacra Congregazione romana del Sant’Uffizio all’Inquisizione di Modena: note in margine a un regesto, in «Schifanoia», IV (1987), pp. 93-108.
  • Federica Francesconi, Modena, in DSI, vol. 2, pp. 1054-1055.
  • Michael Tavuzzi, Renaissance Inquisitors. Dominican Inquisitors and Inquisitorial Districts in northern Italy (1474-1527), Brill, Boston 2007.
  • Silvia Toppetta, L’Inquisizione a Modena nel primo Seicento, Università di Roma “La Sapienza”, Tesi di Dottorato in Storia, Antropologia, Religioni, rell. V. Frajese, M. Caffiero e A. Del Col, a. a. 2017/2018.
  • Domizia Weber, Sanare e maleficiare. Guaritrici, streghe e medicina a Modena nel XVI secolo, Carocci, Roma 2011.

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Article written by Luca Al Sabbagh | Ereticopedia.org © 2022

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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