Ventura, Samuele

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Samuele Ventura è stato un ebreo processato dall'Inquisizione di Venezia nel 1565.

Il processo contro di lui si svolse dal 24 agosto 1565 al 12 dicembre 1565. Le testimonianze, nel fascicolo processuale, non si susseguono in stretto ordine cronologico. Il testo del processo fornisce pochissimi elementi utili a ricostruire la vicenda biografica dell’imputato, e per di più si tratta di elementi non concordi tra loro. Per esempio, nel primo testo del processo si legge che l’imputato viene da Perugia, e nel decimo è detto che proviene da Città di Castello. Inoltre, dal testo del processo si può capire che l’imputato era sposato, dato che fu condannato a ripudiare sua moglie. Non è possibile, dai testi del processo, appurare quale fosse il mestiere dell’imputato.

Tendenze eterodosse

L’imputato è accusato di "guidaismo" e di detenzione di libri proibiti. Secondo quanto si legge dalla querela di Joseph de Datolis, scienziato ebreo, che diede inizio al processo, Samuele Ventura aveva fatto stampare fraudolentemente alcuni testi che contenevano gravi maldicenze contro di lui e contro la sua famiglia. Per di più, Samuele aveva scritto per sé una licenza per far stampare alcune revoche di scomunica, cercando quindi di tutelarsi con l’inganno. L'accusato fu poi obbligato a ripudiare sua moglie per evitare la scomunica; inoltre, egli chiese di non essere scomunicato, ma la sua richiesta fu revocata.
Secondo la testimonianza di Vittorio Eliano, Samuele aveva aggiunto parole ingiuriose ai testi da stampare, ma le aveva aggiunte a mano, dopo che i libri erano già stati stampati, o forse le avevano aggiunte gli stampatori.

Bibliografia

  • Archivio di Stato di Venezia, Sant'Uffizio, busta 20, fascicolo 26.
  • Francesca De Poli, Venezia e l’Inquisizione. Undici processi davanti al tribunale dei Savi all’Eresia della Repubblica di Venezia negli anni 1554-1588, Aracne, Roma 2019, pp. 155-164.

Article written by Francesca De Poli | Ereticopedia.org © 2021

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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