Relazione sullo Stato marciano (1677)

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


La Relacione della Serenissima Republica di Venetia con la quale si discorono i modi del suo governo, i mezzi per tener in freno la nobiltà, le massime de primari, la politica che adopera con li sudditi, il genio e le pretese con prencipi, le sue forze ordinarie et che possa in straordinario armamento l’abbondanza del dinaro e la sicurezza della sua permanenza è un trattato redatto nel 1677, espressione del malcoltento e della dissidenza politica di una parte del patriziato veneziano verso la classe dirigente della Serenissima del tempo.

Tradizionalmente attribuita a Francesco Della Torre, ambasciatore imperiale a Venezia, circolata manoscritta e pubblicata a stampa solo nel 1856 da parte di Giuseppe Bacco, la Relacione probabilmente non è stata opera dell’ambasciatore imperiale, bensì di un non meglio precisato patrizio veneziano dell’epoca, e costituisce un’autocritica da parte del patriziato stesso sulla società veneziana del tempo, all’indomani della catastrofica guerra di Candia (conclusasi nel 1669). “La putredine è al cuore, e non si dà cordialle che possa espederla, perché di presente più l’odierebbe il remedio subitaneo che il male in contingenza et futturo”: questa una delle più amare conclusioni dell’autore della Relacione.
Il tradizionale mito di Venezia, che tanta fortuna aveva avuto nel Cinquecento, ne risulta drammaticamente distrutta. Il testo esprime una grande forza ed originalità nel contraddire tutta una ricca tradizione (a partire dai testi di Donato Giannotti e di Gasparo Contarini) che esaltava la "perfezione" politica veneziana, per affermare senza pudore la realtà di un tempo molto lontano dai (presunti?) fasti rinascimentali. La decadenza denunciata fa da sfondo al venir meno del peso politico di Venezia nello scacchiere internazionale, dopo le ultime resistenze agli Asburgo e al Papato tra la disputa dell’Interdetto e il dogado di Niccolò Contarini: dopo queste vicende la Serenissima va inesorabilmente incontro ad un ripiegamento su se stessa, che la Relacione riflette, presentando la Repubblica come un corpo malato (frequenti sono le metafore anatomiche e mediche). Il quadro tracciato nella Relacione è a tinte fosche: l’incapacità del patriziato a gestire la situazione è evidente e la corruzione politica è dilagante, anche se la prospettiva dell’autore è molto aristocratica e paternalistica. E non a caso insiste tanto sulla corruzione del patriziato, contaminato dall’inettitudine delle nuove famiglie che acquisivano la nobiltà per denaro.

Bibliografia

Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2013

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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