Prospero (cappellaio, XVI sec.)

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Prospero è stato un artigiano e venditore ambulante processato dal Sant'Uffizio di Venezia per eresia nel 1572-73. Nel processo a suo carico è citato come Prospero capeler.

Originario di Bologna, faceva il venditore ambulante di cappelli a Venezia, nei pressi del ponte di Rialto. Per effetto di una denuncia di un altro venditore ambulante, fu arrestato il 2 agosto 1572 in piazza San Marco. Nel processo furono coinvolti anche Battista Amai, un altro artigiano e venditore amico di lunga data di Prospero, il quale produceva e vendeva statuette di smalto e bambole (e per questo era detto "Battista delle bambine") e il mendicante cieco Piero, conoscente dei due venditori. Prospero, che aveva 36 anni al momento dell'arresto, si dichiarò pentito e chiese pietà al Sant'Uffizio, adducendo di avere moglie e tre figli da mantenere. Nell'ottobre 1573 fu condannato, insieme a Battista Amai, all'abiura e a mostrarsi con l'abitello e una candela in mano, in segno di penitenza, di fronte alla Basilica di San Marco.

Bibliografia

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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