Processo contro Castelina di Zinasco (1492)

Voce principale di riferimento: Castelina di Zinasco

Viene pubblicato di seguito il verbale del processo contro Castelina di Zinasco, condannata a morte per stregoneria dall'Inquisizione di Pavia il 10 maggio 1492.

L'edizione del documento, conservato presso l'Archivio di Stato di Pavia (=ASPV), è a cura di Filippo Catanese.

ASPV, Archivi Notarili, Atti dei notai del distretto di Pavia, cart. 419, cc. 603r-605v

Christi nomine invocato amen.

.mccccolxxxxii. die .x. may lata fuit sententia de inquisitione in conventu Sancti Thome Papie.

Siando stata Castelina gridata, acusata et diffamata publicamente a lo offitio del reverendo doctore domino magistro fratre Iohanne Antonio de Scaravazi, inquisitore apostolico de la heretica pravitade etcetera, et per luy et il suo offitio he stato processo contra de ley secondo lo debito de la raxone. Et cossi la dita Castelina constituita in le force del suo offitio ha confessato spontaneamente essere il vero che le in la compagnia de le strie et de le heretice, et essere il vero che polleno <così> essere anni .xii. passati che alcune de la compagnia de le strie tra le qualle le hera Catherina dicta Ragogna, che al presente he morta, le altre se taseno per lo meglore; che siando insema sopra la strata publica tra il loco de Zinascho et la <segue st depennato> giesia de Sancta Maria1 per una de quele compagne fuy fato uno circullo in terra et in mezo una croce et feceno per la dita Castelina dare del cullo et de li pedi sopra dita cruce, et la feceno renegare Dio, la fede cristiana et il sacro batisimo. Et fato questo li aparse in quello loco uno diavolo in forma de uno giovene vestito de negro che haviva nome Martinus, al qualle diabolo ley le promisse obedientia et fidellitate. Et la fece reverentia cum il pede sinistro et la toca la mano sinistra a reverso. Et fato questo il dito diavolo cossi in forma humana hebe piacere cum ley carnalmente ne la parte contra natura et como piaceva a luy facendola dita Castelina stare da bestia in quello ato. Et fato cossi queste predite cosse ley con la dita compagnia andete a casa et il mercore da sera a l'ora sequente circha al hore tre <hore tre nel sopralineo, corretto su altre lettere cassate> di note insema cum la dita conpagnia ley anda a la giesia de Sancta Maria in li Boschi2 et la se retrova una ||<c.603v> grande cumpagnia et multitudine de persone et de diavoli et feceno li sopra lo cimiterio uno ballo rotondo a reverso. Et in quello ballo li hera uno diavolo che sonava uno sono turbido; et li ballano uno grande spatio di tempo saltando, balando et tripando. Poy fato dito ballo il diavolo suo amoroso la conosce carnalemente per le parte desoneste et fora de la natura <et fora-natura è nel margine destro seguendo il rigo> al modo che dito di sopra; et cosi feceno tute le altre che reno la in la dita compagnia. Et forniti diti solati feceno conseglo insema tute de la dita conpagnia et il diavolo de andare a comettere qualche maleficio et ogni malle che fosse possibille; et cossi faceveno tute de la dita compagnia ogni mercordi da sera venendo la zobia3, alcuna volta andaveno a Sancta Maria, alcuna volta a Sancto Antonio4, alcuna volta a Pancarana5, sopra le gere di Po, alcuna volta sopra lo cimiterio de la gesia; et [forn]iti <intendasi finiti; la lacuna è integrata sulla base del verbo usato precedentemente ed è causata dal foro di filza> li balli andaveno a cometere ogni malle, alcuna volta a guastare le creature, alcuna volta qualche bestie, alcuna volta qualche arberi, alcuna volta qualche fruti de la tera, et cossi ha perseverado ogni septimana per lo tempo che le stata in la conpagnia. Item dice che se recorda havere guastato in lo loco de Lagna6, in lo loco de Valegio7, in lo loco de Zerbolate8 de le creature. Item al loco de Sancto Bartolameo9 in casa de uno Francesco ha guastato una porcha et a uno altro bergamino una cavalla et cossi ha perseverato a fare malle como ho dito di sopra cun la dita sua conpagnia la qualle se tase per lo meglore et semper in compagnia del || <c.604r> diavolo lo qualle la portava a li loci alcuna volta in forma de uno giovane, alcuna volta in forma de uno cavallo et semper dito diavolo apriva le case de le persone dove ley Castelina cum la cumpagnia intrava a cometere li maleficii cometendo ogni septimana uno al maximo. Ancora dice che haviva in comandamento dal diavolo suo amoroso de fare ogni malle et como fanno tute quelle de la compagnia; et cossi ha fato et quando la intrava in giesia per oldire la messa la non piglava l'aqua benedeta a bone che la demostrasse de torla. Ancora respondiva al presente quando il celebrava la messa tuta ne mente per la golla et questo diciva in piana voce, et quando se levava il corpo de Christo consecrato dal zacerdote le meteva le mane soto lo scosalle et la fava le fiche et diciva: «Non he vero che tu sey Dio». Ancora quando a la Pasqua la sandava a comunicare a la giesia con le altre la teniva in boca quelo sacramento et lo portava a caxa, poy lo sputava fora et lo calcava cum li pedi; et queste cosse cossi per ley fate le fece obedire al diavolo et in vituperio de Dio eterno. Ancora dice che ne le pagle del suo leto la teniva la buseleta pina de inguento del qualle la unziva una bacheta la qualle la teniva in mano sinistra quando l'andava al zogo et che lo inguento che hera in la dita buseleta era fato de grasse de puti. Sopra queste cosse domino lo reverendo inquisitore se ha processo contro de ley per autoritade del suo officio et perche ley || <c.604r> domanda la penitentia lo prefato domino inquisitore se la fece abiurare la dita heresia et promictere de non maye piu cometere talli mancamenti, et quando la fosse tornata che alora la fosse iudicata per heretica et pirnita <si intenda punita> secondo volle il debito de la iusticia. Et cosi la fuy data la penitentia et asolta da ogni excomunicatione la fosse incorssa et la fuy assignata la penitentia la doveva fare et data la croce gialda la doveva portare. Da poy le predite cosse essa Castelina como impenitente et periura, non arecordandose de la misericordia a ley data nec de la promessa per ley fata con suo zuramento in le mane del prefato domino inquisitore, ma lassandose <segue vinze depennato> vincere da le sensualitade et tentatione del diavolo una altra volta sa he tornata a renegare Dio, la fede et il sacro batesimo et dare del cullo et li pedi sopra la croce in vituperio de la divina mayestade et per volere compiacere al diavolo et fare malle como de prima. Sopra le qualle cosse lo prefato domino inquisitore se ha proceduto contra de ley per la autoritade del suo offitio. Et di novo la dita Castelina inspirada dal spirito diabolico a cometere li mancamenti <a cometere li ma(n)came(n)ti è aggiunto nel sopralineo con segno d'interpunzione> ha spontaneamente confessado che posso che ley hebe la penitentia, como he dito di sopra, la stete per quindeci <i è corr. su precedente e> dì, poy di novo cum la sua compagnia et a comandamento del suo amoroso diabolo nome Martino || <c.604v> sopra lo cimiterio de Sancta Maria de li Boschi di novo fece uno cirgio in terra et in mezo una croce et la dete sopra del cullo et de li pedi et renega Dio, la fede, lo batesimo et li sacramenti de la sancta madre giesia et ancora il dito diavolo hebe piacere con ley <segue calr depennato> carnalemente como he dito di sopra per quello modo et cossa ogni septimana he perseverata et andata al zocho del diavolo a li loci predicti il mercore da sara <così> venendo la zobia et balava, saltava et fava li altri modi desonesti como he dito, poy ha comesso contra Dio, la sancta madre giesia ogni mancamento le poduto et ha comesso de li malli et maleficii cum la dita c(om)pagnia la qualle se tace per lo meglo. Et sopra le predicte cosse prefato domino lo inquisitore ha voluto havere lo consiglo de dotori secondo la forma de la raxone, li qualli hanno consultato se debia pirnire <si intenda punire> secondo la iusticia como heretica et relapsa. Pertanto pro tribunale sedendo la iudicata heretica <hrtica senza segno abbreviativo> et relapsa et como relapsa se debia pirnire <si intenda punire> et la lassare in le mane de domino lo podestate de dito loco <segue a d depennato> como heretica et relapsa da essere pirnita <si intenda punita> secondo la raxone. In pertanto nuy Francesco Rampo podestate de dito loco de la Sinola10, Zinascho et altri loci circunstanti de la iurisditione etcetera, in exequtione de la dita sententia del prefato domino inquisitore de la raxone et lege || <c.605r> cossi civile como canonice et statuti et decreti ducalli cometemo il <segue spazio lasciato in bianco in corrispondenza di circa venticinque lettere> colataralle et cavalero nostro la faza menare al loco deputato et li per lo maystro de la iusticia viva in una cassina de legne et pagla la faza brusare taliter che se consume tuto lo corpo con le osse in lo foco et sia in exempio a li boni cristiani de vivere catholicamente et a li cativi de venire a penitentia.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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