Delli Monti, Pompeo

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Pompeo Delli Monti è stato un nobile napoletano condannato a morte dall'Inquisizione romana.

In giovinezza servì Carlo V e Ferrante Sanseverino.
Legato a diversi valdesiani come Gian Francesco Alois e Mario Galeota, subì un primo processo da parte della Congregazione del Sant'Uffizio nel 1554, conclusosi con un'abiura nelle mani dell'allora commissario della stessa Michele Ghislieri. Di nuovo denunciato per eresia presso la curia arcivescovile di Napoli, nel 1563 fu trasferito a Roma per un nuovo processo, che si concluse il 14 giugno 1566 con la sua condanna come relapso. Il 23 giugno 1556 abiurò nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva. Venne quindi giustiziato il 4 luglio 1556.

Durante la sua ultima carcerazione ebbe tra i suoi compagni di prigionia Philipp Camerarius.

Bibliografia

  • Pasquale Maggiulli, Pompeo Delli Monti, in "Rinascenza salentina", n.s., VI, fasc. 1, 1938, pp. 69-82.
  • John Tedeschi, Delli Monti, Pompeo, in DSI, vol. 3, pp. 457-458.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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