Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Pietro Consolini o Consolino (Monteleone di Fermo, 25 novembre 1565 – Roma, 31 gennaio 1643), fedelissimo di Filippo Neri e alla sua morte depositario dell’eredità spirituale e culturale del Padre, ha rappresentato la memoria storica dell’Oratorio per più generazioni di padri filippini.
Biografia
Il marchigiano Pietro Consolini era nato a Monteleone di Fermo il 25 novembre 1565 da Vittorio di Domenico e da Santa di Spagnolo Fortuna, come risulta dalle sue deposizioni al processo di canonizzazione per Filippo Neri e da due documenti ufficiali dei priori di Monteleone, risalenti al 20 ottobre 1643, che desumono la notizia dal registro parrocchiale e da un diario paterno1. Dopo i primi studi compiuti a Fermo, proseguì la sua formazione a Roma, dove poteva contare sull’appoggio di uno zio materno, Stefano Massarini, sacerdote a S. Giovanni dei Fiorentini, con cui all’inizio viene talvolta confuso il suo cognome, per cui Pietro viene fatto passare erroneamente per Massarini o Mazzarini. Sistematosi nell’Urbe, iniziò a frequentare la Chiesa Nuova e gli esercizi spirituali dell’Oratorio, entrando subito a far parte del circolo più ristretto di padre Filippo, che lo prese sotto la sua protezione. In seguito a un’assenza occasionale del suo confessore Angelo Velli, considerato «ex antiquoribus discipulis» del Neri, padre Filippo assunse la direzione spirituale del giovane Pietro2.
Nel mese di ottobre del 1587 Nicolò Gigli, segretario della comunità romana, forniva ai padri dell’Oratorio di Napoli un sintetico profilo dell’aspirante filippino: «È un soggetto che si allieva per la nostra casa di qui, il quale non sta ancora in casa et basterà per il titolo dell’ordinatione a suo tempo»3. Il 15 novembre 1590, a distanza di tre anni dalla testimonianza del Gigli, Pietro Consolini fu accolto stabilmente in comunità e subito indirizzato da padre Filippo al sacerdozio4. Da allora, e fino alla scomparsa del Neri, avvenuta nella notte tra il 25 e il 26 maggio 1595, Consolini visse sempre al suo fianco e ne divenne il più stretto collaboratore, sentendosi direttamente investito del ruolo di custode dell’eredità spirituale e culturale del Padre. Non deve perciò meravigliare se Giovanni Marciano lo disse non senza enfasi suo «dilettissimo figlio»5. Tra il 1590 e il 1593 il padre marchigiano si dedicò, tra l’altro, alla revisione della biblioteca di Achille Stazio, che vedeva già mancanti circa sessanta unità librarie: «A di 5 ottobre fu rivisto il numero de’ libri che sono nella libraria Statiana da Pietro Consolino per commissione del reverendo padre messer Giovanni Francesco Bordini e prima dal padre molto reverendo messer Filippo e mancavano a i numeri intorno a settantasette pezzi de’ libri. Ma perché ne furono trovati fuori senza i numeri scritti diecisette, però non può mancar più di sessanta»6.
Sotto la guida di Filippo Neri, l’austero marchigiano approfondì le discipline teologiche presso i padri agostiniani ed è opinione comune che in seguito avesse intrapreso anche gli studi universitari di medicina su precisa indicazione del Padre. Tale risoluzione, peraltro non suffragata da una documentazione diretta, lo mise nelle condizioni di poter discutere scientificamente con i medici e affrontarli sul loro stesso terreno quando si trattò di spiegare il prodigio della palpitazione straordinaria del cuore del Santo «e manifestare al mondo con sodezza di dottrina essere sopra ogni ordine della natura quella mirabile palpitatione, e’l poter vivere per tanti anni un huomo con due coste rotte nel petto»7. In ogni caso, una scrittura sul cuore del Santo riconducibile alla sua mano, elaborata in forma di replica a una confutazione della relazione stesa da Angelo Vittori, medico di casa, dimostra che Pietro Consolini possedeva una discreta conoscenza della materia, sia pure nell’ottica di finalizzarla apologeticamente all’esaltazione del prodigioso contro l’opinione di chi aveva sostenuto nel nome della scienza medica l’origine naturale delle palpitazioni del cuore di padre Filippo e della rottura delle sue costole8.
Nelle biografie filippine, da Paolo Aringhi e Giacomo Ricci fino a Marciano, che dai primi essenzialmente dipende, campeggia l’immagine di un Consolini ridotto essenzialmente a quadro cattolico-agiografico, che viene indotto da Filippo Neri, pervaso dal donum profetiae, a studiare la scienza medica soltanto per poter dimostrare più tardi la sua insufficienza in sede di spiegazione dei fenomeni prodigiosi. In realtà, della polemica in cui si trovò coinvolto Pietro Consolini, con l’eccezione della sola scrittura sopra menzionata, non resta granché traccia e semmai la difesa ecclesiastica dell’origine soprannaturale della patologia di Neri fu affidata da Federico Borromeo – amico dei padri della Vallicella e devotissimo al Padre – a medici ben più esperti del giovane e zelante marchigiano, tra i quali spicca per profondità di sapere l’aretino Andrea Cesalpino, che volle dare un contributo decisivo alla devozione filippina, asserendo che il suo probabile aneurisma altro non era che una prodigiosa manifestazione dell’operato imperscrutabile dello Spirito Santo9.
Per volere di padre Filippo, Pietro Consolini officiò la messa solenne per la sua morte10. A Consolini si deve un’ampia e varia selezione di notizie e aneddoti sulla vita del Neri, di cui non va sottovalutata l’importanza ai fini del processo di canonizzazione, durante il quale fu ascoltato più volte nell’arco temporale di quindici anni. Il padre marchigiano depose infatti una prima volta il 17 agosto 1595, una seconda il 12 agosto 1596 e infine il 19 e 20 agosto 161011. In particolare, va segnalata una raccolta di aneddoti e varie notizie sulla vita del Santo, talvolta curiose, comunicate dal Consolini o riguardanti la sua persona, che tuttavia si deve all’opera di un suo discepolo: si tratta del codice miscellaneo intitolato Alcune attioni, detti, et ammaestramenti del nostro glorioso Padre s. Filippo Neri; e di molti Padri e Fratelli di Congregatione e d’altri, referiti dalla s.ta memoria del P. Pietro Consolini, posti per norma a’ suoi giovani; e di molte cose particolari intorno alla vita del medesimo P. Pietro, da un suo indegno discepolo osservate, e per ordine d’un Padre di Congregatione descritte dall’anno 1639 insino al principio dell’anno1643; nel quale egli morì, cioè all’ultimo di gennaio a hore 12 e meza12. Un manoscritto autografo di Consolini, intitolato Deposizioni e attestazioni della santità di s. Filippo Neri, e di quanto egli aveva osservato nello spazio di cinque anni, che egli stette col santo, venne registrato dall’erudito e teologo Giovanni Lami, presidente della Biblioteca Riccardiana di Firenze, ma risulta purtroppo irreperibile dalla metà dell’Ottocento13.
Grazie al sostegno di Federico Borromeo, Pietro Consolini riuscì a ottenere una cappellania alla Scala Santa, che a sua volta gli consenti di ricevere il suddiaconato, col cui reddito visse per il resto della sua vita14. Al pari di Cesare Baronio, Giovenale Ancina e Tommaso Bozio, Consolini era nutrito di varia cultura classica. Tuttavia, attribuiva a Baronio, padre della storiografia ecclesiastica cattolica, più ricchezza di virtù cristiane che non doti pragmatiche e capacità organizzative. Anzi, dello storico sorano sottovalutava il senso critico e non esitava a dargli incredibilmente del credulone: a suo dire, «nelle Congregationi si attaccava al parere dei più senza singolarità; era credulo et poco pratico in agibilibus»15. Dopo la morte del Baronio, avvenuta il 30 giugno 1607, nella congregazione generale del 2 gennaio 1608 si deliberò di continuare la pubblicazione degli Annales a nome dell’Oratorio, dispensando Tommaso Bozio dal prendere parte all’iniziativa, per non compromettere l’elaborazione dei laboriosi Annales antiquitatum, e affidando la compilazione dei testi a un gruppo ristretto comprendente il fratello Francesco, Pietro Consolini e Giovanni Matteo Ancina, affiancati da una commissione di almeno sei persone scelte fra le più idonee a raccogliere schede e materiale erudito. L’impresa era tuttavia destinata a cadere e il compito della continuazione degli Annales, dopo il tentativo di Cesare Becilli, fu assegnato a Odorico Rinaldi, forse già a partire dal 163616.
Giudicato di profonde virtù e semplicità di vita, austero e insieme caritatevole, sia all’interno dell’Oratorio sia fuori, Pietro Consolini fu incaricato per lungo tempo di provvedere alla formazione dei novizi della comunità filippina. Sopravvissuto di quasi mezzo secolo al Padre fondatore, l’austero marchigiano si sforzò di rappresentare nella maniera più rigorosa la fedeltà alla spiritualità di padre Filippo, trasmettendo per almeno quarant’anni la sua eredità ai giovani discepoli. Memoria storica della Congregazione e del suo ambiente intellettuale, Consolini rappresenta per molti versi, fino alla metà del Seicento, l’elemento di maggiore continuità fra Filippo Neri e i padri delle successive generazioni. Anche per questo motivo volle partecipare direttamente alla nuova stesura delle regole della Congregazione, approvate da Paolo V nel 1612, che nel suo intento dovevano essere del tutto fedeli allo spirito del Neri. Va tuttavia osservato che lo stesso Padre, eletto preposito generale l’8 maggio 1577, considerava l’Oratorio come uno strumento organizzativo essenzialmente flessibile, concepito più come un processo che un rigido ordinamento, ragion per cui pensò bene in vita di rinviare di anno in anno l’elaborazione delle attese costituzioni. Nel 1583 si stese finalmente una prima bozza di regole, frutto del lavoro comune di Tarugi e Antonio Talpa, che fu rivista da Neri in persona e infine passata a Bordini per la versione definitiva in latino, resa disponibile ai confratelli con il titolo Compendium Constitutionum Congregationis Oratorii. Nel 1588 fu però elaborata una nuova bozza di statuti e tra il 1596 e il 1597, dopo la scomparsa di padre Filippo, se ne preparò addirittura una terza, prova evidente della lunga e articolata dialettica in atto nell’Oratorio17.
La totale dedizione alla vita della comunità proiettò Pietro Consolini, nel corso di più trienni, ai vertici dell’Oratorio: nel 1620, 1623, 1638 e 1641 fu eletto padre deputato; nel 1611, 1614 e 1629 governò la Congregazione come preposito. Il padre marchigiano fu anche l’occulto ispiratore di Pietro Giacomo Bacci, biografo di Filippo Neri, con il quale aveva stretto un legame di amicizia così profondo da indurlo a fornirgli tutti gli elementi storici per ricostruire l’ambiente intellettuale e spirituale dei primi tempi dell’Oratorio. La Vita del beato Filippo Neri elaborata dal Bacci uscì nel 1622, annus mirabilis nella storia dalla Congregazione oratoriana, che aveva finanziato l’iniziativa editoriale per dare un ulteriore slancio alla promozione del Santo. Opera di rara efficacia pedagogica e dal grande impatto emotivo, la fortunata biografia filippina fu riedita quello stesso anno «con nuove aggiuntioni dall’istesso autore», per celebrare degnamente l’avvenuta canonizzazione del Padre, e parallelamente se ne ricavò un compendio a beneficio di un pubblico più ampio di lettori18.
Pietro Consolini morì a Roma il 31 gennaio 1643, dopo aver trascorso 52 anni nella comunità filippina. Il suo primo profilo si legge nella raccolta di biografie messa insieme da Paolo Aringhi, rimasta finora inedita in Vallicelliana, di cui l’erudito filippino fu curatore e per alcune di esse anche autore19. Da Aringhi dipende strettamente la Breve notizia di alcuni compagni di S. Filippo del domenicano Giacomo Ricci, inserita a mo’ di appendice nella riedizione della Vita filippina del Bacci, da lui accresciuta nel 1672 in occasione del cinquantennio. Questa ampia «aggiunta» del teologo domenicano comprendeva una testimonianza di Francesco di Sales a favore della beatificazione di Giovenale Ancina e le vite dei padri Francesco Maria Tarugi, Cesare Baronio, Angelo Velli, Flaminio Ricci, Pietro Consolini (più prolissa delle altre e largamente dipendente da quella agiografica dell’Aringhi), Alessandro Fedeli, Tommaso e Francesco Bozio (presentate insieme), Giulio Savioli, Antonio Gallonio, Giovanni Matteo Ancina, Agostino Manni e Nicolò Gigli20. Pier Luigi Galletti ha trascritto un secolo dopo questo breve necrologio del Consolini, in cui si preferì ammirarlo essenzialmente per le virtù cristiane, quale riflesso evidente dello spirito di Filippo Neri:
1643. 31 ian. † D. Petrus Consolinus de Monte Leone Firmanae, dięc. Quem s. Philippus in congregationem vocatum et receptum unice dilexit et virtutum suarum fecit haeredem. Ecclesiasticis sacramentis rite per ceptis eadem qua vixit sanctitatis opinione mortuus est cum ageret aetatis annum 78. VIII21.
Fonti e bibliografia
- Alcune attioni, detti, et ammaestramenti del nostro glorioso Padre s. Filippo Neri; e di molti Padri e Fratelli di Congregatione e d’altri, referiti dalla s.ta memoria del P. Pietro Consolini, posti per norma a’ suoi giovani; e di molte cose particolari intorno alla vita del medesimo P. Pietro, da un suo indegno discepolo osservate, e per ordine d’un Padre di Congregatione descritte dall’anno 1639 insino al principio dell’anno1643; nel quale egli morì, cioè all’ultimo di gennaio a hore 12 e meza, Roma, Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele II, ms. S. Francesca Romana 13, ff. 1-27.
- Paolo Aringhi (et alii), Le vite e detti de’ padri e fratelli della Congregatione dell’Oratorio. Da s. Filippo Neri fondata nella chiesa di S. Maria in Vallicella …, 3 v., Roma, Biblioteca Vallicelliana, mss. O 58, O 59, O 60: ms. O 59, ff. 6-121v («Vita del p. Pietro Consolini della Congregatione dell'Oratorio»), con l’aggiunta del testamento autografo, ff. 122-125.
- Antonio Cistellini, San Filippo Neri. L’Oratorio e la Congregazione oratoriana. Storia e spiritualità, prefazione di Carlo Maria Martini, 3 v., Morcelliana, Brescia 1989, vol. III, pp. 2360-2361 (Indice dei nomi di persona).
- [Carlo Antonio de Rosa], Memorie degli scrittori filippini o sieno della Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri raccolte dal marchese di Villarosa, vol. II, Napoli, dalla Tipografia di Porcelli, 1842, p. 119.
- Anna Foa, Consolini, Pietro, in DBI, vol. 28 (1983), ad vocem, <http://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-consolini_%28Dizionario-Biografico%29>.
- Carlo Gasbarri, L’Oratorio romano dal Cinquecento al Novecento, Arti Grafiche D’Urso, Roma 1963, p. 155.
- Il primo processo per san Filippo Neri nel codice vaticano latino 3798 e in altri esemplari dell’Archivio dell’Oratorio di Roma, edito e annotato da Giovanni Incisa della Rocchetta e Nello Vian, con la collaborazione di Carlo Gasbarri, 4 v., Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 1957-1963 [I: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1595, 1957; II: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1596-1609, 1958; III: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1610. Testimonianze «extra urbem»: 1595-1599, 1960; IV: Regesti del secondo e terzo processo. Testimonianze varie. Aggiunte e correzioni alle note dei volumi I-III. Indice generale, 1963], vol. IV, p. 280 (Indice generale).
- Giovanni Marciano, Memorie historiche della Congregatione dell’Oratorio, nelle quali si dà ragguaglio della fondatione di ciascheduna delle Congregationi fin’hora erette, e de’ Soggetti più cospicui che in esse hanno fiorito, 5 v., in Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693-1702, vol. I, 1693, pp. 551-593.
- Giacomo Ricci, Breve notizia di alcuni compagni di S. Filippo, in Vita di S. Filippo Neri fiorentino fondatore della Congregatione dell’Oratorio. Scritta già dal p. Pietro Giacomo Bacci prete dell’istessa Congregatione. Hor’accresciuta di molti fatti e detti dell’istesso Santo, cavati da i Processi della sua canonizatione. Con l’aggiunta d’una breve notitia di alcuni suoi compagni. Per opera del m. rev. p. maestro f. Giacomo Ricci dell’ordine di S. Domenico …, in Torino, per Bartolomeo Zappata, 1676 [I ed. Ricci: «in Roma, appresso Francesco Tizzoni, 1672»], II parte (numerazione propria), pp. 1-272: 111-176 («Del Padre Pietro Consolini»).
- [Giacomo Ricci], Brevi notizie del padre Pietro Consolini e di alcuni fratelli laici della Congregazione dell’Oratorio, in Torino, per Francesco Antonio Mairesse all’insegna di S. Teresa di Gesù, 1758.
- Giacomo Ricci, Padre Pietro Consolini dell’Oratorio di Roma, adattamento in lingua corrente a cura di p. Rocco Camillò, C.O, s.n., Roma 2008 (estratto da Pietro Giacomo Bacci, Vita di S. Filippo Neri fiorentino fondatore della Congregatione dell’Oratorio … Hor’accresciuta di molti fatti e detti dell’istesso Santo, cavati da i Processi della sua canonizatione. Con l’aggiunta d’una breve notitia di alcuni suoi compagni. Per opera del … f. Giacomo Ricci dell’ordine di S. Domenico …, in Roma, appresso Francesco Tizzoni, 1672).
- Stefano Zen, Baronio e il suo tempo. Storia sacra, politica e religione nell’Europa moderna, Centro di Studi Sorani «Vincenzo Patriarca», Sora 2019, di prossima pubblicazione.
Voci correlate
- Paolo Aringhi
- Pietro Giacomo Bacci
- Cesare Baronio
- Giovanni Francesco Bordini
- Federico Borromeo
- Congregazione dell’Oratorio
- Filippo Neri
- Antonio Gallonio
- Giacomo Ricci
- Antonio Talpa
- Francesco Maria Tarugi
Nota bene
Questa voce fa parte della sezione trasversale Oratorio e Congregazione oratoriana: storia, spiritualità, politica culturale, dedicata all’Oratorio sorto per iniziativa di Filippo Neri, che da libero sodalizio conobbe nell’arco di un quarto di secolo una sua graduale evoluzione fino alla sua istituzionalizzazione nel 1575 (quando papa Gregorio XIII decise per decreto di costituire la Congregazione oratoriana), con l’obiettivo di costruire un repertorio di voci inerente non soltanto ai padri e ai fratelli laici che entrarono stabilmente nell’Oratorio filippino, ma allargato significativamente alle opere prodotte e diffuse dall’operoso laboratorio oratoriano, ai luoghi della Congregazione, alle personalità più o meno note che si riconobbero nella sua politica culturale, partecipando attivamente alle varie iniziative promosse e in particolare agli esercizi spirituali, considerati il nucleo pulsante del programma filippino.
Article written by Stefano Zen | Ereticopedia.org © 2019
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]