Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Pietro Carnesecchi (Firenze, 24 dicembre 1508 - Roma, 1° ottobre 1567) è stato un ecclesiastico e riformatore, condannato a morte dall'Inquisizione romana.
Biografia
Membro di una importante famiglia fiorentina, si recò giovanissimo a Roma per intraprendere la carriera curiale sotto l'egida dello zio materno, il cardinal Bibiena. Fu nominato protonotario apostolico da Clemente VII. Dopo la morte di quest'ultimo (1534), si trasferì a Firenze e poi a Napoli, dove risiedette dal 1539 al 1541 ospite di Giulia Gonzaga ed ebbe occasione di frequentare il circolo di Juan de Valdés. Dal 1541 al 1542 fu poi a Viterbo alla corte del cardinal Pole, che aveva raccolto i seguaci di Valdés alla morte del maestro. Dal 1542 al 1546 fu a Venezia, e durante il soggiorno veneziano subì la prima convocazione a Roma per essere esaminato dall'Inquisizione. Intrapresi una serie di viaggi, fu quindi in Francia alla corte di Caterina de' Medici. Nel 1553 riprese a soggiornare nella Repubblica di Venezia, vivendo tra Padova e Venezia. Negli anni cinquanta subì nuovamente la persecuzione dell'Inquisizione romana: in particolare sotto il papato di Paolo IV subì un processo in contumacia (era protetto da Cosimo de' Medici e poteva starsene tranquillo e sicuro a Venezia, il cui governo non aveva intenzione di concedere la sua estradizione). Nell'aprile 1559 fu condannato a morte, ma il processo subì una revisione alla morte di Paolo IV e Carnesecchi poté trascorrere in relativa tranquillità gli anni del papato di Pio IV: dopo la morte di Paolo IV egli si recò a Firenze, quindi a Roma, a Napoli (presso Giulia Gonzaga), di nuovo a Roma, per ristabilirsi infine a Venezia alla fine del 1563.
La fine arrivò per lui con l'elezione di Pio V nel gennaio 1566. Pochi mesi dopo, il 19 aprile, moriva Giulia Gonzaga, la sua abitazione napoletana era perquisita e veniva ritrovata la corrispondenza, estremamente compromettente per Carnesecchi, nel frattempo rientrato stabilmente a Firenze (tra il dicembre 1565 e il gennaio 1566, perché ormai nel mirino dell'Inquisizione veneziana). Cosimo de' Medici non poteva più proteggerlo e lo consegnò a Roma. Il processo si concluse con la sua condanna a morte, eseguita il 1° ottobre 1567.
Bibliografia
- Antonio Rotondò, Carnesecchi, Pietro in DBI, vol. 20 (1997) (e bibliografia ivi citata).
- Processo Carnesecchi.
Link
- Scheda su Pietro Carnesecchi sul sito Symogih.org
Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2013
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]