Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Pellegrino Baroni da Savignano, detto Pighino "el grasso" è stato un contadino condannato dal Sant'Uffizio modenese.
Noto all'Inquisizione di Modena sin dal 1561, sosteneva che tutte le religioni avessero pari bontà, che fosse lecito vivere in concubinato e metteva radicalmente in discussione tutti i fondamenti della fede, affermando una forma di materialismo che arrivava sino a negare in alcune sue dichiarazioni l'immortalità dell'anima. In altre, negando l'esistenza di inferno e purgatorio, dipinse l'aldilà come un paradiso egualitario, contraltare alla disuguaglianza e alle ingiustizie del mondo terreno
Tra il 1570 e il 1571 fu sottoposto a un processo inquisitoriale nel corso del quale diversi testimoni confermarono i capi d'accusa. Ma la sorte fu benevola nei confronti del contadino savignanese, la cui vicenda ricorda per certi aspetti quella del più sfortunato mugnaio e contadino friulano Menocchio. Costretto all'abiura, al "carcere perpetuo" presso il proprio villaggio e a vestire l'abitello, fuggì da Savignano e poco dopo comparso di nuovo davanti ai giudici protestò di non riuscire più a procurarsi da vivere. I giudici, constatati sostanziali miglioramenti nella sua condotta, gli concessero la grazia nel febbraio 1572 e nell'aprile lo assegnarono al servizio della famiglia del vescovo di Modena (Sisto Visdomini).
Bibliografia
- Matteo Al Kalak, Baroni, Pellegrino, in DSI, vol. 1, p. 138 (e bibliografia ivi).
- Matteo Al Kalak, L'eresia dei fratelli. Una comunità eterodossa nella Modena del Cinquecento, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2011, p. 194 e nota 228 ivi.
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]