Toni, Orsolina (detta la Rossa)

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Orsolina Toni, detta Orsolina la Rossa, è stata una contadina inquisita per stregoneria a Modena nel 1539.

Originaria di Sassorosso (in Garfagnana), fu accusata di infanticidio, di aver partecipato al sabba e di aver adorato il demonio. Dopo una prima ammissione ed una ritrattazione fu sottoposta a tortura e confessò i crimini di cui veniva accusata, dando dettagli sul sabba e sul volo notturno.
Ammise di succhiare il sangue dalle membra dei bambini, tentando di giustificarla come pratica terapeutica e non diabolica.
Orsolina fu condannata al "carcere perpetuo" (da scontarsi nel proprio domicilio) ed abiurò pubblicamente nella chiesa di S. Domenico in Modena.
I giudici che la condannarono erano fortemente influenzati dagli stereotipi allora circolanti sul sabba. Orsolina fu probabilmente indotta dall'inquisitore a confessare quel che egli voleva sentirsi dire: facendo così e pentendosi, riuscì a scampare alla condanna a morte.

Bibliografia

  • Matteo Duni, Under the Devil's Spell. Witches, Sorcerers, and the Inquisition in Renaissance Italy, Syracuse University in Florence, Firenze 2007, pp. 118 sgg.
  • Marina Romanello (a cura di), La stregoneria in Europa (1450-1650), Il Mulino, Bologna 1975, pp. 119-131.
  • Giovanni Romeo, Inquisitori, esorcisti e streghe nell’Italia della Controriforma, Sansoni, Firenze 1990, p. 54.
  • Domizia Weber, Sanare e maleficiare. Guaritrici, streghe e medicina a Modena nel XVI secolo, Carocci, Roma 2011, pp. 166 sgg.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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