Morone, Giovanni

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


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Giovanni Morone (Milano, 25 gennaio 1509 – Roma, 1º dicembre 1580) è stato un diplomatico pontificio e cardinale, perseguitato dall'Inquisizione romana.

Biografia

Figlio di Girolamo Morone, diplomatico milanese al servizio degli Sforza, dovette interrompere gli studi giuridici a Padova a causa delle disgrazie del padre, recandosi a Roma per intraprendere la carriera ecclesiastica. Nel 1528 fu nominato vescovo di Tortona e nel 1529 vescovo di Modena da Clemente VII. Ceduto il vescovato di Modena ad Egidio Foscarari nel 1550, fu vescovo di Novara dal 1552 al 1560.

Dal 1536 al 1542 svolse numerose missioni diplomatiche nei territori tedeschi: tra 1536 e 1540 fu nunzio presso Ferdinando re dei Romani (a Vienna e in Boemia); fu quindi nominato nunzio a Carlo V a Gand e partecipò alle diete di Hagenau, Worms (1540), Ratisbona (1541) e Spira (1542). Il soggiorno tedesco gli fece conoscere il mondo luterano, verso il quale si dimostrò incline alle trattative e alla ricerca di un compromesso.

Fu creato cardinale da Paolo III il 2 giugno 1542. Nell'ottobre fu inviato a Trento come legato al concilio, insieme con i cardinali Parisio e Pole, concilio che tuttavia non poté partire. Dal 1544 al 1548 fu legato papale a Bologna, cosa che gli impedì di partecipare al concilio quando esso partì effettivamente.

Sia a Modena sia a Bologna Morone dovette a più riprese confrontarsi con la propagazione delle nuove idee religiose particolarmente forte nelle due città (e a Modena la situazione era particolarmente grave), il che, insieme alla sua appartenenza al circolo degli "spirituali" raccolti attorno al cardinal Reginald Pole, lo fece ben presto sospettare di eresia da parte di Gian Piero Carafa, che avviò indagini inquisitoriali su di lui sin dalla fine degli anni quaranta.

Giulio III ebbe grande considerazione di Morone e lo inserì in varie commissioni cardinalizie, a partire dalla commissione consultiva dell'appena eletto pontefice «cum de rebus fidei ageretur», istituita il 27 febbraio 1550 (che non va confusa con il Sant'Uffizio) e in altre commissioni, tra cui quella incaricata di preparare la riapertura del concilio.
Giulio III impose anche al Carafa la cassazione del'indagine inquisitoriale che questi aveva segretamente avviato contro Morone, anche se il cardinale napoletano si rifiutò clamorosamente di obbedire.

Carafa, divenuto quindi papa nel 1555 col nome di Paolo IV, fece incarcerare Morone nel 1557 e lo sottopose a un estenuante processo inquisitoriale. Morone riottenne la libertà solo alla morte di papa Carafa (1559), e il suo processo fu sottoposto a revisione del successore Pio IV. Assolto dalle accuse, fu quindi inviato, in qualità di legato papale (suo collega fu il cardinale Bernardo Navagero, ex ambasciatore veneziano a Roma), a dirigere le ultime sessioni del concilio di Trento nel 1563. Sotto il papato di Pio IV Morone risulta anche tra i cardinali membri del Sant'Uffizio: la sua presenza è attestata per la prima volta nella seduta del 16 marzo 1563 (prima di partire per Trento). Ma il nome del Morone non risulta tra i cardinali delegati tra i membri del Sant'Uffizio nel motu proprio del 2 agosto 1564, con il quale Pio IV volle rimodellare la composizione e i compiti della Congregazione.

Fu a più riprese considerato papabile, senonché i sospetti e poi il processo d'eresia ne screditarono l'immagine e resero una sua eventuale elezione troppo problematica. Pio V meditò di riaprire il processo inquisitoriale contro di lui ma l'idea fu accantonata perché ciò avrebbe messo in discussione la validità stessa del concilio tridentino, ammettendo che esso sarebbe stato presieduto nelle sue fasi finali e più importanti da un "eretico".

Bibliografia

  • Massimo Firpo, Inquisizione romana e Controriforma. Studi sul cardinal Giovanni Morone (1509-1580) e il suo processo d'eresia, Morcelliana, Brescia 2005 (I ed.: Il Mulino, Bologna 1992).
  • Massimo Firpo, Morone, Giovanni, in DBI, vol. 77 (2012).
  • Massimo Firpo, Dario Marcatto, Il processo inquisitoriale del cardinal Giovanni Morone. Edizione critica, Istituto Storico Italiano per l'Età Moderna e Contemporanea, Roma, 1981-1995, 6 voll. in 7 t. (nuova edizione: Processo Morone2).
  • Massimo Firpo, Ottavia Niccoli (a cura di), Il cardinale Giovanni Morone e l’ultima fase del concilio di Trento, Il Mulino, Bologna 2010.
  • Massimo Firpo, Germano Maifreda, L' eretico che salvò la Chiesa. Il cardinale Giovanni Morone e le origini della Controriforma, Einaudi, Torino 2019.
  • Adam Patrick Robinson, The Career of Cardinal Giovanni Morone (1509–1580). Between Council and Inquisition, Ashgate, Aldershot 2012.
  • Herman H. Schwedt, Die Anfänge der Römischen Inquisition. Kardinäle und Konsultoren 1542 bis 1600, Herder, Freiburg 2013, pp. 181-182.

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Voci correlate

Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2013
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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