Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Modesto Scrofeo è stato un inquisitore domenicano, attivo nel XVI secolo.
Ordinato sacerdote il 19 marzo 1491, fu Inquisitore di Parma e Reggio (1519), quindi inquisitore di Como (dal 1520 al 1530). In quanto tale, il 20 luglio 1523 papa Adriano VI gli indirizzò il breve Dudum, uti nobis con l'incarico di dedicarsi alla lotta contro le streghe e gli eretici in Lombardia e Piemonte. Adempì con estrema solerzia all'incarico, scatenando subito nel giro di poche settimane una feroce caccia alle streghe a Sondrio e nella Valtellina. Tra le sue vittime una certa Santina moglie di Paolo Lardini, il testo della sentenza contro la quale (12 settembre 1523)1, che la condannava alla confisca di tutti i beni e al rogo, è esemplare della spietata intransigenza di Scrofeo.
Scrofeo fu anche autore di un trattato rimasto manoscritto2, diviso in tre parti che riportano i seguenti incipit: 1) "Incipit Formularium pro exequendo Inquisitionis Officio"; 2) "Apologia Fratris Modesti Scrophei de Vincentia ordinis predicatorum Inquisitoris Comensis delegati apostolici contra Procuratores subdolos, qui Inquisitorum processus Juridicos exceptionibus cavillosis infringere conantur"; 3) "Pro inchoatione officii Inquisitionis".
Bibliografia
- Matteo Duni, Un manuale inedito per cacciatori di streghe. il Formularium pro exequendo Inquisitionis officio di Modesto Scrofeo (c. 1523), in "Archivio Storico Italiano", 103, 2013, pp. 339-358.
- Michael Tavuzzi, Renaissance inquisitors : Dominican inquisitors and inquisitorial districts in Northern Italy, 1474-1527, Brill, Leiden 2007, pp. 193-195.
- John Tedeschi, Scrofeo, Modesto, in DSI, vol. 3, p. 1402 (e bibliografia ivi citata).
Link
- Scheda su Modesto Scrofeo sul sito Symogih.org
Article written by Redazione | Ereticopedia.org © 2013
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]