Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
La strage compiuta ai danni degli ebrei di Asolo avvenne il 22 novembre 1547. Definito da Andrea Del Col "forse l’episodio più grave di odio sanguinario nella storia moderna d’Italia fino a tutto il Settecento"1, esso fu studiato per primo da Marco Osimo nella Narrazione della strage compita nel 1547 contro gli Ebrei d'Asolo, pubblicata nel 1875. Secondo questo studio erudito ottocentesco, nell'episodio 12 ebrei furono uccisi e altrettanti feriti. Del Col invece ha stimato 10 uccisi e 9 feriti (tra cui 4 bambini) sui forse 37 ebrei allora abitanti ad Asolo, divisi in 5 o 7 famiglie, che gestivano 4 banchi di pegni. La strage fu il culmine di una serie di episodi di intolleranza dei contadini di Asolo verso la locale comunità ebraica. Gli ebrei di Asolo avevano denunciato la situazione ai Capi del Consiglio dei Dieci della Repubblica di Venezia sin dal 1540. Nonostante i Capi dei Dieci avessero intimato in più occasioni al podestà di Asolo di intervenire per impedire assembramenti e violenze anti-ebraiche, la situazione degenerò fino all'episodio sanguinario del 22 novembre 1547, allorché diversi asolani, aizzati da alcuni preti e unitisi a contadini dei paesi vicini, assaltarono le case degli ebrei, gridando "ammazza, ammazza".
Le autorità veneziane perseguirono gli aggressori e almeno cinque di loro furono condannati a morte negli anni successivi al massacro (le inchieste si protrassero addirittura fino al 1562, come attestato nella corrispondenza dei Capi dei Dieci).
Bibliografia
- Andrea Del Col, I capi del Consiglio di dieci e l'Inquisizione nella Repubblica di Venezia, 1540-1556, in "Ateneo Veneto", CCV, terza serie 17/I, 2018, pp. 37-54, in part. pp. 43-45.
- Marco Osimo, Narrazione della strage compita contro gli Ebrei d'Asolo e cenni biografici della famiglia Koen-Cantarini originata da un ucciso Asolano, Tipografia Paolo Bertero, Casale Monferrato 1875.
Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2023
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]