Comin, Martino

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Martino Comin fu processato per stregoneria a Poschiavo tra dicembre 1675 e aprile 1676.

Era figlio di Giovanni e Caterina Comin. La sua famiglia era cattolica e la madre era stata giustiziata per stregoneria nel 1672, il che lo rendeva sospetto. Aveva 30 anni al momento della sua incriminazione. Lavorava come ciabattino e spesso compiva trasferte in Italia. Non sopportava molto la concorrenza nel suo mestiere, il che gli procurava ostilità. Accusato di aver ingiurato una donna, il cui figlio lo denunciò al Consiglio di Poschiavo e sospettato di praticare malefici, si proclamò sempre innocente, nonostante fosse sottoposto più volte a tortura. Fu infine liberato con riserva e condannato al pagamento della metà delle spese processuali.

Fonti e bibliografia

  • Gaudenzio Olgiati, Processi di Stregoneria nella Antica Giurisdizione di Poschiavo 1675-1681, trascritti da R. Juvalta (1969), vol. III, pp. 219 sgg.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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