Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Maria da Trignano è stata una donna perseguitata per stregoneria a Modena nel 1599.
Maria fu oggetto di una denuncia da parte di Francesco Pietrangelo Biondi di Fiumealbo, che sostenne che a causa di una infermità ad un occhio si era rivolto prima ad un medico rivelatosi però incapace di guarirlo ed in seconda istanza, consigliato da un amico, era ricorso alle cure di Maria e di sua madre.
Maria si era occupata anche del caso della moglie di un certo Michelangelo di Fiumealbo.
Le carte processuali delineano un rituale di guarigione consistente semplicemente nel fare buona guardia mentre l’ammalato faceva il primo sonno.
Dalla vicenda di Maria da Trignano emerge lo sperimentalismo terapeutico della popolazione locale: ci si rivolge sia al medico sia alla guaritrice, specie se le cure del medico non hanno effetto. Emerge inoltre una certa evoluzione della figura della guaritrice: Maria non si utilizza erbe curative e non fa affidamento sull’esperienza, ma piuttosto al potere delle parole e dei rituali non definibili terapeutici. La sua "medicina" si identifica con la pratica di togliere il malocchio inteso come "guastamento da fora".
Fonti e bibliografia
- Archivio di Stato di Modena, Inquisizione, B. 10, bb. 2.
- Domizia Weber, Sanare e maleficiare. Guaritrici, streghe e medicina a Modena nel XVI secolo, Carocci, Roma 2011.
Article written by Domizia Weber | Ereticopedia.org © 2021
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]