Comin, Maria († 1676)

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Maria Comin è stata una donna processata per stregoneria a Poschiavo tra febbraio e marzo 1676, condannata a morte e giustiziata.

Era figlia del Giacomo Comin di Viano, che era morto nell'estate del 1675, aveva 18 anni al momento della sua incriminazione ed era nubile. La sua famiglia, di fede cattolica, era sospettata di praticare la stregoneria e il suo nome fu fatto ai giudici da un'altra donna incriminata. Secondo alcuni testimoni aveva maleficiato il padre. Sottoposta a tortura, ammise di aver compiuto alcuni furti e di essersi intrattenuta carnalmente con diversi uomini (che furono individuati e multati), ma negò di essere una strega. In seguito cedette e confessò di essere stata iniziata alla stregoneria dalla cugina Caterina Comin, detta "Cavazzina", di aver partecipato al sabba e praticato malefici. Tentò poi di ritrattare ma la tortura la fece cedere di nuovo e confermare la sua confessione, ma confessato.
Fu condannata a morte e decapitata.

Fonti e bibliografia

  • Gaudenzio Olgiati, Processi di Stregoneria nella Antica Giurisdizione di Poschiavo 1675-1681, trascritti da R. Juvalta (1969), vol. III, pp. 171 sgg.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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