Varotta, Marcantonio

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Marcantonio Varotta, citato anche come Marcantonio Barotto, è stato un eretico condannato a morte dall'Inquisizione romana nel 1568.

Biografia

Nacque a Venezia e svolse i mestieri di "pitor de stendardi d'oro" e di tessitore.
È stato ipotizzato che nel 1544 si trovasse a Grosseto, dove, con Ludovico Manna, detto Angelo da Messina, sarebbe stato integrato in un gruppo ereticale riunito attorno al medico Achille Benvoglienti, con legami col gruppo senese del barbiere Basilio Guerrieri, di cui facevano parte anche Lelio Sozzini e Lattanzio Ragnoni.
Nel 1564 visitò la Francia, fermandosi in particolare a Lione. Da Lione, in compagnia di un certo Gasparo milanese, si trasferì nella vicina Ginevra. Lì conobbe vari membri della comunità italiana: in particolare Galeazzo Caracciolo, marchese di Vico, e Niccolò Balbani. Convertitosi al calvinismo, nel 1565 fece ritorno in Italia, prima a Torino poi a Milano, a Mantova e a Venezia, tentando di fare proseliti. A Venezia fu ospitato dallo zio, che tentò di riconvertirlo al cattolicesimo. Temendo l'arresto, fuggì, dopo varie altre peregrinazioni per l'Italia, infine in Moravia, stabilendosi ad Austerlitz, dove fu ospite di Nicolò Paruta, ma le divisioni tra gli eretici radicali lo delusero nei confronti della nuova fede, tant'è che, sulla via del ritorno in Italia e ammalatosi gravemente, temendo di morire, si presentò spontaneamente in un convento domenicano a Vienna e quindi all'Inquisizione di Udine, che, dopo averlo esaminato, lo rispedì a Venezia. Richiesto a Roma dal Sant'Uffizio di Pio V, fu infine condannato a morte e impiccato a Ponte Sant'Angelo il 6 dicembre 1568; il cadavere fu poi bruciato sul rogo, come prassi.

Nella sua voce nel Dizionario Biografico degli Italiani (vol. 8, 1964) Carlo Ginzburg mostra di ignorare la fine sul rogo del Varotta a Roma. Prima di lui Bainton lo aveva citato come Barotto, sebbene nelle fonti non si riscontri questo nome. La sua vicenda è stata meglio approfondita da Domenico Caccamo nel volume Eretici italiani in Moravia, Polonia, Transilvania (1558-1611) (Firenze-Chicago 1970), dove è edito anche il processo del Varotta presso l'Inquisizione di Udine (ovvero la sua confessione del 21 gennaio 1567). Tra gli Atti della Confraternita di S. Giovanni Decollato si trova il resoconto dell'esecuzione di Varotta, incluso nella raccolta pubblicata da Domenico Orano nel 1904.

Bibliografia

  • Roland H. Bainton, Bernardino Ochino esule e riformatore senese del Cinquecento. 1487-1563, Sansoni, Firenze 1940, pp. 159 sgg.
  • Simonetta Adorni Braccesi, Manna, Ludovico, in DBI, vol. 69 (2007).
  • Domenico Caccamo, Eretici italiani in Moravia, Polonia, Transilvania (1558-1611). Studi e documenti, Sansoni-The Newberry Library, Firenze-Chicago 1970 (ivi, pp. 194-216, è edito il processo a carico di Marcantonio Varotta presso l'Inquisizione di Udine).
  • Massimo Firpo, Antitrinitari nell'Europa orientale del ‘500. Nuovi testi di Szymon Budny, Niccolò Paruta e Iacopo Paleologo, La Nuova Italia, Firenze 1977.
  • Carlo Ginzburg, Barotto, Marcantonio, in DBI, vol. 8 (1964).
  • Domenico Orano, Liberi pensatori bruciati in Roma dal XVI al XVII secolo, Bastogi, Foggia 1980 [1904], p. 34.

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Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2013

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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