Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Luigi Da Ponte (Padova, 1540/1541 circa – Padova, 1623), sacerdote versato nelle humanae litterae, ha fatto parte della Congregazione oratoriana, uscendo gradualmente dalla comunità dopo il 1587, forse anche a seguito degli screzi avuti con il confratello Troilo Zapiet, rettore del Collegio Greco.
Biografia
Luigi Da Ponte, nato a Padova tra il 1540 e il 1541, fu di famiglia nobile e presumibilmente agiata come Giulio Savioli, di cui era amico e condivideva la passione per le humanae litterae. Fu accettato in comunità il 1° settembre del 1575, in occasione del Giubileo indetto da Gregorio XIII, quasi certamente insieme al concittadino Savioli1. Fu proprio Gregorio XIII a stabilire con la Bolla Copiosus in misericordia Deus, siglata il 15 luglio 1575, che alla comunità di preti e di chierici secolari chiamata Oratorio fosse assegnata la piccola chiesa romana della Vallicella, ove nell’agosto del 1576, ancor prima di aprirla ufficialmente al culto, Cesare Baronio fissò la propria dimora con Giovanni Antonio Lucci e l’amico di una vita Tarugi2. A quel tempo, gli esercizi dell’Oratorio si erano trasferiti da S. Girolamo della Carità alla chiesa dei Fiorentini, dove, a partire dal 1574, si svolsero per tre anni. Fu Baronio a tenervi l’ultimo ragionamento il 22 febbraio 15773.
Luigi Da Ponte aveva ricevuto il suddiaconato il 5 giugno 1574 col titolo beneficiale della cappellania di S. Maria di Castellario per il clericato rurale dei SS. Martino e Vittore nel Padovano. L’anno dopo fu ordinato sacerdote. In Congregazione era considerato un soggetto qualificato e anche assai promettente. Nel 1580, pare fra l’estate e l’autunno, Da Ponte aveva ottenuto l’incarico di “mastro de’ novitii” – con il compito di scrivere la nuova regola per i novizi – nella Scuola di teologia in cui lo stesso Giovenale Ancina fu invitato a tenere corsi. Ma già l’anno seguente fu assorbito da altre incombenze che finirono col distogliere progressivamente la sua attenzione dall’ufficio di maestro dei novizi4.
Versato nelle lingue classiche, soprattutto in quella greca, Luigi Da Ponte ottenne nel 1581 l’incarico di direttore spirituale del Collegio Greco. Non prima dell’ottobre 1584 fece ritorno come confessore, per breve tempo, a S. Giovanni dei Fiorentini, che era stata nuovamente ceduta a Filippo Neri per il ministero spirituale. Ma in questo luogo entrò presto in conflitto con Troilo Zapiet (Zappa), un «gentil’huomo cipriotto» proveniente anch’egli da Padova, nominato nel 1581 Rettore del Collegio Greco e divenuto frequentatore dell’Oratorio della Vallicella, dove fu accettato il 18 ottobre 15835. Giovan Francesco Bordini riferì a Francesco Maria Tarugi che «il garbuglio di ms. Luigi e ms. Troilo va seguitando e io penso che tutti e due si partiranno da quella chiesa»6. Difatti, i due padri fecero ritorno quell’anno stesso alla Vallicella e ci pensò Alessandro Fedeli a riportare un po’ di pace nella chiesa dei Fiorentini: «habbiamo mandato il p. Alessandro a S. Giovanni de fiorentini et il p. Luigi con il p. Troilo sono ritornati da noi»7.
Il 17 aprile 1587 Troilo Zapiet lasciò Roma per Padova, città in cui aveva conservato i suoi benefici ecclesiastici e per effetto di essi era vincolato all’osservanza della residenza8. Tuttavia, il sacerdote levantino non ebbe vita lunga e ai primi di settembre del 1588 giunse a Roma la notizia della sua morte9. Quanto a Luigi Da Ponte, già nel 1588 sembrava ormai definitivamente spostato al Collegio Greco, di cui aveva assunto il rettorato succedendo proprio allo Zappa10. Verso la fine del 1588 fece ritorno alla Vallicella e vi rimase quasi un anno, senza ricoprire incarichi particolari. Il 16 ottobre 1589, per motivi analoghi a quelli di Troilo Zappa, ossia «per la sua residenza dell’arcipretato», Da Ponte si decise a partire per Padova, ma forse senza aver maturato ancora del tutto l’intenzione di abbandonare la comunità filippina di Roma11.
Probabilmente Luigi Da Ponte, prima di vendere il beneficio padovano e fare eventuale ritorno a Roma, avrebbe gradito qualche minima garanzia circa il suo futuro, come sembra evincersi da una lettera di Gigli12. La sua partenza da Roma non suscitò in ogni caso particolari emozioni e il suo nome scomparirà presto dalle memorie filippine e dai ricordi dei padri dell’Oratorio13. A distanza di oltre trent’anni, Luigi Da Ponte riapparve improvvisamente nel 1622, ormai ottuagenario, e in questa circostanza espresse a Giovanni Matteo Ancina tutto il suo rimpianto per aver lasciato «quel santo loco» della Chiesa Nuova. Successivamente, nel novembre del 1623, si apprese la notizia della sua morte14.
Fonti
- [Paolo Aringhi], Le vite, e detti de padri, e fratelli della Congregazione dell’Oratorio da s. Filippo Neri fondata nella Chiesa di S. Maria in Vallicella raccolti da Paolo Aringhi Prete della detta Congregatione e da Altri, vol. II, edito e annotato da Maria Teresa Bonadonna Russo, con la collaborazione di Renato De Caprio, Edizioni Oratoriane, Roma 2020 (i primi due volumi corrispondono alla prima delle tre parti dell’opera, rimasta manoscritta in Vallicelliana, mss. O 58, O 59, O 60), p. 4, nota 4.
- Il primo processo per san Filippo Neri nel codice vaticano latino 3798 e in altri esemplari dell’Archivio dell’Oratorio di Roma, edito e annotato da Giovanni Incisa della Rocchetta e Nello Vian, con la collaborazione di Carlo Gasbarri, 4 v., Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 1957-1963 [I: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1595, 1957; II: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1596-1609, 1958; III: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1610. Testimonianze «extra urbem»: 1595-1599, 1960; IV: Regesti del secondo e terzo processo. Testimonianze varie. Aggiunte e correzioni alle note dei volumi I-III. Indice generale, 1963].
- Giovanni Marciano, Memorie historiche della Congregatione dell’Oratorio, nelle quali si dà ragguaglio della fondatione di ciascheduna delle Congregationi fin’hora erette, e de’ Soggetti più cospicui che in esse hanno fiorito, 5 v., in Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693-1702, vol. I, 1693, p. 456.
Bibliografia
- Generoso Calenzio, La vita e gli scritti del cardinale Cesare Baronio della Congregazione dell’Oratorio, bibliotecario di Santa Romana Chiesa, Tipografia Vaticana, Roma 1907.
- Edoardo Aldo Cerrato, Il volto dell’Oratorio nel «De origine Oratorii» di Cesare Baronio, in Luigi Gulia, Ingo Herklotz, Stefano Zen (a cura di), Società, cultura e vita religiosa in età moderna. Studi in onore di Romeo De Maio, Centro di Studi Sorani «Vincenzo Patriarca», Sora 2009, pp. 61-83.
- Antonio Cistellini, San Filippo Neri. L’Oratorio e la Congregazione oratoriana. Storia e spiritualità, prefazione di Carlo Maria Martini, 3 v., Morcelliana, Brescia 1989, vol. III, p. 2363 (Indice dei nomi di persona).
- Giuseppe Finocchiaro, Vallicelliana segreta e pubblica. Fabiano Giustiniani e l’origine di una biblioteca ‘universale’, Olschki, Firenze 2011, p. 3.
- Carlo Gasbarri, L’Oratorio romano dal Cinquecento al Novecento, Arti Grafiche D’Urso, Roma 1963 1962, p. 148.
- Giovanni Incisa della Rocchetta, I discepoli di San Filippo a San Giovanni dei Fiorentini, in «Oratorium», 6, n. 1-2, 1975, pp. 43-50.
- Stefano Zen, Baronio storico. Controriforma e crisi del metodo umanistico, prefazione di Romeo De Maio, Vivarium, Napoli 1994.
- Stefano Zen, Oratori devoti, combattenti spirituali, soldati di Cristo. Percorsi della perfezione cristiana in Italia nella prima età moderna, Loffredo, Napoli 2012, pp. 15-45 (cap. I, «L’Oratorio di Filippo Neri e la ‘perfezione’ della Chiesa primitiva»).
Voci correlate
- Giovanni Matteo Ancina
- Cesare Baronio
- Giovanni Francesco Bordini
- Congregazione dell’Oratorio
- Alessandro Fedeli
- Filippo Neri
- Nicolò Gigli
- Giovanni Antonio Lucci
- Giulio Savioli
- Francesco Maria Tarugi
- Troilo Zapiet
Nota bene
Questa voce fa parte della sezione trasversale Oratorio e Congregazione oratoriana: storia, spiritualità, politica culturale, dedicata all’Oratorio sorto per iniziativa di Filippo Neri, che da libero sodalizio conobbe nell’arco di un quarto di secolo una sua graduale evoluzione fino alla sua istituzionalizzazione nel 1575 (quando papa Gregorio XIII decise per decreto di costituire la Congregazione oratoriana), con l’obiettivo di costruire un repertorio di voci inerente non soltanto ai padri e ai fratelli laici che entrarono stabilmente nell’Oratorio filippino, ma allargato significativamente alle opere prodotte e diffuse dall’operoso laboratorio oratoriano, ai luoghi della Congregazione, alle personalità più o meno note che si riconobbero nella sua politica culturale, partecipando attivamente alle varie iniziative promosse e in particolare agli esercizi spirituali, considerati il nucleo pulsante del programma filippino.
Article written by Stefano Zen | Ereticopedia.org © 2022
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]