Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Iseppo Da Porto (Vicenza, ca. 1500 - Vicenza, 8 novembre 1580) è stato un nobile vicentino, perseguitato per eresia
Si convertì probabilmente al calvinismo verso la fine degli anni trenta, così come molti altri membri dell'aristocrazia vicentina, sull'onda della propaganda filoprotestante condotta nella città da Fulvio Pellegrino Morato.
Nell'ambito delle prime persecuzioni contro i calvinisti vicentini fu arrestato nel maggio 1547, insieme ad Adriano Thiene (fratello della moglie di Da Porto, Livia Thiene, sposata nel 1545) ma riuscì a uscirne senza particolari danni. A partire dalla metà degli anni cinquanta e fino agli anni immediatamente precedenti alla morte, avvenuta nel 1580, ebbe un ruolo di primo piano nella vita politica vicentina, occupando le più alte magistrature cittadine.
Il perdurare delle sue convinzioni eterodosse, tenute evidentemente ben nascoste dopo l'arresto del 1547 per evitare ulteriori persecuzioni, è attestato dal fatto che nel 1573 fece sposare il figlio Leonida Da Porto con Attilia Thiene, sorella di Odoardo Thiene, emigrato da Vicenza religionis causa pochi anni prima (intorno al 1568). Lo stesso Leonida era stato interrogato nel 1571 sulla fuga dello stesso Odoardo Thiene.
Bibliografia
- Achille Olivieri, Riforma ed eresia a Vicenza nel Cinquecento, Herder, Roma 1992.
- Mauro Scremin, Da Porto, Iseppo, in DBI, vol. 32 (1986).
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]