Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Il titolo di Inquisitore maggiore (inquisitor maior) fu attribuito nel Cinquecento ad uno tra i cardinali inquisitori generali in segno di prestigio e di preminenza sugli altri. Fu Paolo IV a conferire, in segno di distinzione, il 14 dicembre 1558 a Michele Ghislieri il titolo vitalizio di "inquisitor maior et perpetuus". Il titolo di "inquisitore maggiore" fu poi attribuito nel 1573 a Scipione Rebiba (morto nel 1577) e nel 1577 a Giacomo Savelli. Dopo la morte di Savelli (1587) il titolo non fu più attribuito a nessun cardinale inquisitore. D'altronde la Congregazione del Sant'Uffizio era stata riorganizzata con l'introduzione della figura del cardinale segretario (il primo a svolgere tale funzione fu Giulio Antonio Santori), mentre il ruolo di presiedere le sedute, in assenza del papa, spettava tradizionalmente al cardinalis antiquior (il cardinale più anziano di nomina).
Bibliografia
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]