Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Guido Terreni (Guiu Terrena, Gui Terré, Gui de Perpignan) († Avignone, 21 agosto 1342) appartenne all’Ordine dei Carmelitani e fu vescovo di Majorca e poi di Elne, impegnandosi nella repressione degli eretici e distinguendosi come importante teologo prossimo alla curia avignonese.
Biografia
Di origine catalana, Guido Terreni prese l’abito carmelitano a Perpignan intorno al 1290. Proseguì poi gli studi teologici a Parigi fino al grado di magister, essendo stato probabilmente allievo del Doctor venerandus, Godefroid de Fontaines (ca. 1250 - ca.1309). Divenuto priore generale dell’Ordine nel 1318, egli entrò presto a far parte dell’entourage di Giovanni XXII, il quale lo nominò dapprima vescovo di Maiorca (1321-1332), per trasferirlo successivamente alla guida della diocesi di Elne, in Roussillon (1332-1342). Alla dignità vescovile nelle due sedi si collega anche l’impegno antiereticale di Guido, riconosciuto dal pontefice mediante l’attribuzione di vari privilegi, culminati nella facoltà di perseguire gli eretici in tutto il regno di Maiorca. Se le ragioni del trasferimento da Maiorca a Elne non sono note, si è ipotizzato che fossero riconducibili al desiderio di Giovanni XXII di avvicinare maggiormente alla sede avignonese quello che ormai era divenuto uno dei suoi più fidati consiglieri in materia teologica.
Già noto per le sue Quaestiones (ca. 1313), tra le quali figura quella dedicata al tema dell’infallibilità del papa, a partire dal 1317 o 1318 il teologo catalano fu più volte chiamato a far parte delle commissioni teologiche riunite da Giovanni XXII, prendendo parte alle principali controversie del tempo. Assieme a Pierre de la Palud, esaminò su richiesta del papa un libello anonimo in catalano, il De statibus ecclesie secundum expositionem apocalypsis, probabilmente riconducibile a un seguace di Pietro di Giovanni Olivi, raccogliendo i relativi materiali polemici nella Reprobatio operis catalaonici (1318-1321). Tale rapporto, redatto in parallelo all’esame condotto da una commissione di otto maestri sulla Lectura super Apocalypsim di Olivi, si concentrava soprattutto sugli insegnamenti di quest’ultimo in merito alla povertà e all’escatologia. Nel 1320 Guido fu inoltre coinvolto nella consultazione avignonese sulla natura delle pratiche magiche e delle invocazioni demoniache e di lì a poco si pronunciò anche in merito alla questione dell’assoluta povertà di Cristo e degli apostoli. A tal proposito offrì a Giovanni XXII i trattati De perfectione vitae (1323) e Defensio tractatus De perfectione vitae (1328), nei quali sosteneva con fermezza le posizioni del pontefice contro l’assoluta povertà, fissate nella bolla Cum inter nonnullos (1323). Al coinvolgimento di Guido nelle consultazioni avignonesi è ascrivibile anche la cosiddetta Confutatio errorum quorundam magistrorum, rivolta contro le tesi esposte da Marsilio da Padova nel Defensor pacis.
A partire dagli anni Trenta, il polemista carmelitano rivolse in maniera crescente la propria attenzione alla lotta contro le eresie, predisponendo anche a tal proposito un’importante riflessione tesa alla comprensione del testo sacro (Concordia Evangeliorum, 1328-1334) e del diritto canonico (Commentarium super Decretum, 1336-1340). Preparato da tali testi, l’impegno del teologo nella lotta antiereticale sarebbe culminato nella Summa de haeresibus et earum confutationibus, completata ad Avignone nel 1342, prima della morte dell’autore avvenuta il 21 agosto dello stesso anno. Si tratta di un ambizioso catalogo di tutte le eresie, nel quale Guido prende in rassegna, per confutarli, i singoli errori attribuiti a sette ed eretici del passato e del presente. La sua ambizione è infatti quella di riprendere ed aggiornare il De haeresibus di Agostino di Ippona, già ripreso da Isidoro nelle Etymologiae, aggiungendo ai vecchi errori “anche altri che comparvero dopo la morte di sant’Agostino” e che l’autore dichiara di aver potuto reperire “in diversi opuscoli”. Egli fornisce inoltre per ogni errore un’adeguata refutazione, principalmente sorretta da riferimenti scritturali.
Dopo una prima sezione dedicata agli ebrei, Guido si sofferma sugli errori dei cristiani d’Oriente, per poi riprendere gli elenchi di Agostino e Isidoro, per un totale di ottantuno sette. L’ultima parte della Summa è invece dedicata agli eretici moderni, ovvero i catari (in molteplici varianti: radicali, di Concorezzo, di Desenzano, di Bagnolo), i valdesi, gli “pseudoapostoli” di Gherardo Segarelli e Dolcino da Novara, Gioacchino da Fiore, Pietro di Giovanni Olivi ed i loro seguaci, i beghini e le beghine. La loro conoscenza appare mediata da fonti di matrice “ereticale”, come probabilmente il Liber de duobus principiis, e di ambito inquisitoriale, come la quinta parte della Practica inquisitionis di Bernard Gui, ampiamente utilizzata dall’autore. Quanto ai cristiani d’Oriente, maggiore attenzione viene conferita ai Greci e agli Armeni, cui si aggiungono brevi inserti relativi a Giacobiti e Georgiani. Rispettivamente articolata in liste di 26 e 30 errori, la discussione degli errori dei Greci e degli Armeni si raccorda con quella delineata in altri testi coevi: gli articoli relativi ai Greci sono grosso modo sovrapponibili a quelli presentati nel Collyrium fidei contra haereses di Alvaro Pelagio (1275/80-1349/50), mentre quelli relativi agli Armeni sono estrapolati e riorganizzati a partire da una più ampia lista di 117 errori, redatta ad Avignone su impulso dell’armeno Nerses Balientz (ca. 1338-1340). La Summa di Guido Terreni conobbe due edizioni a stampa, realizzate nel 1528 e nel 1631.
Fonti edite
- Guidonis de Perpiniano, Summa de haeresibus et earum confutationibus, Ascentius, Paris 1528.
- Guiu Terrena, Confutatio errorum quorundam magistrorum, ed. Alexander Fidora, Almudena Blasco, Celia López Alcalde, Instuitut d’Estudis Catalans, Santa Coloma de Queralt 2014.
- Guidonis Terreni quaestio de magisterio infallibili Romani pontificis, ed. Bartolomé M. Xiberta, Aschendorff, Münster 1926.
Bibliografia essenziale
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- Paul Fournier, Gui Terré (Guido Terreni), théologien, in Histoire littéraire de la France, vol. XXXVI, Imprimerie nationale, Paris 1927, pp. 432-473 (https://archive.org/details/histoirelittra36riveuoft/page/432/mode/2up?view=theater).
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- Thomas M. Izbicki, Infallibility and the Erring Pope. Guido Terreni and Johannes de Turrecremata, in Law, Church, and Society. Essays in Honor of Stephan Kuttner, ed. K. Pennington, R. Somerville, University of Pennsylvania Press, Philadelphia 1977, pp. 97-111.
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- Thomas Turley, Infallibilists in the Curia of Pope John XXII, in “Journal of Medieval History”, 1, 1975, pp. 71-101.
- Bartolomé M. Xiberta, Guiu Terrena. Carmelita de Perpinyà, Institució Patxot, Barcelona 1932.
Article written by Irene Bueno | Ereticopedia.org © 2023
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]