Morcelli, Giovannina

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Giovannina, figlia di Stefano Morcelli, è stata una donna perseguitata per aborto (e sospettata di stregoneria) dal Tribunale di Bormio tra il 1627 e il 1628.

Giovannina fu incriminata dopo la casuale scoperta di un corpicino mutilato nel cimitero di Semogo. Secondo quanto riportato nella documentazione processuale, "la cagnetta dil signor curato con zamffe mosse dalla terra d'esso cimiterio la parte di una creatura che gli parve esser senza testa, et nel ritornare dall'altra parte d'esso cimiterio, la cagna se la portava via sino alla casa dilla chiesa, la quale poi d'ordine d'esso signor curato fu ritrovata in terra, né si sa che di fresco sia portata alla sepoltura alcune creature a sepelire".
L'accusa di aborto si intrecciò con i sospetti di stregoneria, sulla base della credenza che le streghe fossero solite fabbricare unguenti con i corpi dei neonati.
Il processo contro Giovannina, resasi irreperibile, si concluse con la sua condanna al rogo in contumacia.

Fonte

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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