Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Giovanni Leonardo Sartori (Chieri, ca. 1500 - Torino, 1556) è stato un notaio, funzionario e riformatore religioso.
Vita e opere
Membro di una famiglia di proprietari terrieri di Chieri, intraprese la carriera notarile e servì fino al 1541 come funzionario alla corte di Carlo II di Savoia e di sua moglie Beatrice di Portogallo, che lo ricompensarono conferendogli il titolo nobiliare e assegnandogli vaste proprietà fondiarie.
Ritiratosi quindi a Chieri per dedicarsi alla sua numerosa famiglia (composta dalla moglie Louise Albier e sette figli), maturò pienamente la sua conversione alle idee della Riforma protestante, frequentando la conventicola raccolta a Chieri attorno a Gian Pietro Buschetti, discepolo di Calvino.
A seguito di una sorta di illuminazione spirituale, cambiò il proprio nome «Iohannes Leo Nardus» e cominciò una serie di viaggi, convinto di essere destinato a una missione di apostolato universale. Nel dicembre 1550 si presentò a Calvino per esporgli i suoi progetti di riforma religiosa, ma questi lo considerò un folle, cacciandolo da Ginevra nel gennaio 1551. Passò quindi a Londra, attratto dalla figura di Thomas Cranmer, arcivescovo di Canterbury, e quindi nelle Fiandre, dove fu arrestato dopo aver tentato di inviare in Francia un suo testo eterodosso. Per la sua liberazione si mobilitò l'ambasciatore inglese Richard Morison, che intercedette con successo presso Antoine Perrenot de Granvelle. Nel gennaio 1552 Sartori tornò quindi a Ginevra, raggiungendo la sua famiglia che vi si era trasferita, ottenendo la cittadinanza ginevrina. Nel 1552-53 si immatricolò presso l'Università di Basilea, per approfondire gli studi teologici e biblici. A Basilea approfittò del vivace clima intellettuale, frequentò gli ambienti del circolo del Baslerkreis, che raccoglieva le menti più illuminate e aperte della città), e si confrontò in particolare con Bonifacio Amerbach, Celio Secondo Curione (che lo ospitò), Sebastiano Castellione, David Joris e Martin Borrhaus, pubblicando per i tipi di Iacob Parcus le Tabularum duarum legis evangelicae, gratiae, spiritus et vitae libri quinque (1553), che raccoglieva cinque suoi scritti. La prima parte dell'opera contiene il Gladius versatilis deitatis Iesu Christi domini nostri, composto durante il soggiorno a Londra, e il Quomodo necessarium sit cuilibet Christo fideli habere spiritum sanctum: et ad quae signa qui cognoscet secum habere: tertio autem, qui non habet ipsum, qua via illum impetrare queat; la seconda parte l’Apocalypsis expositio, l'In scutum malae fidei Nicolae Granarii, testo sull'eucarestia originalmente redatto a Chieri nel 1547 (come risposta a Le bouclier de la foy di Nicolas Grenier) e la Lucida explanatio super librum Alchoranum legis Saracenorum seu Turcarum, in quo manifesta est Evangelii Dei et domini nostri Iesu Christi confirmatio, et ostenditur quam male liber ipse hactenus fuerit intellectus, comprensiva explanatio in doctrina Mahumeti, quae apud Saracenos magnae est autoritatis. L'opera nel suo complesso costituisce una summa del suo pensiero teologico e dei suoi progetti di rinnovamento religioso, incentrati su uno spiccato cristocentrismo e sulla ricerca di una concordia tra le varie fedi religiose nello spirito di rinnovare profondamente la società. L'irenismo di Sartori lo spingeva fino al punto di ricercare le affinità tra cristianesimo e Islam.
Nel 1553, di concerto con i suoi sodali di Basilea, deplorò la condanna a morte di Michele Serveto voluta da Calvino.
Nel 1554, al fine di compiere i suoi progetti di evangelizzazione, intraprese una lunga serie di viaggi, visitando Berna, Ginevra, Losanna, Strasburgo e Zurigo. Di nuovo di passaggio nel ducato di Savoia, nel 1555 fu arrestato a Chambéry e quindi trasferito a Chieri, sotto la custodia del Parlamento di Torino. Morì di freddo in carcere in attesa del giudizio all'inizio del 1556.
Bibliografia
- Salvatore Caponetto, La Riforma protestante nell’Italia del Cinquecento, Claudiana, Torino 19972, p. 159.
- Delio Cantimori, Eretici italiani del Cinquecento, a cura di Adriano Prosperi, Einaudi, Torino 1992, pp. 169-175.
- Lucia Felici, Profezie di riforma e idee di concordia religiosa. Visioni e speranze dell’esule piemontese Giovanni Leonardo Sartori, Olschki, Firenze 2010.
- Lucia Felici, Sartori, Giovanni Leonardo, in DBI, vol. 90 (2017).
- Giovanni Jalla, Storia della Riforma in Piemonte fino alla morte di Emanuele Filiberto. 1517-1580, Claudiana, Torino 1982 [1914], pp. 66, 80, 99.
Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2020
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]