Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Giovanni Calandrini (Lucca, 1544 - Londra, 1623) è stato un patrizio lucchese, esule religionis causa.
Figlio di Giuliano Calandrini, aderì alle idee della Riforma e abbandonò la città natale e l'Italia nel 1567 con il fratello minore Cesare, vivendo quindi tra la Francia, dove era già rifugiato il padre che lo avviò alle attitivà mercantili, e Ginevra, e operando anche sulle piazze mercantili della Germania e delle Fiandre. Nel 1581 sposò la figlia di un mercante fiammingo, Maria de Maistries (la sorella della quale, Ester, andò in sposa al fratello Cesare tre anni dopo), dalla quale ebbe nove figli. Nel 1605 rimase vedovo e nel 1607 si risposò ad Amsterdam con Caterina da Pietraviva, vedova di Assuero de Regemester, che era stato pastore ugonotto a Londra. Progressivamente il centro dei suoi interessi si spostò verso l'Inghilterra, dove operò in società col genero Filippo Burlamacchi, al quale aveva dato in sposa la figlia Elisabetta nel 1608. Col genero in particolare gestì un banco di cambi, di cui nel 1611 fu cliente sir William Selby e che in seguito godette di alterne fortune. Trasferitosi definitivamente a Londra nel 1614 e rimasto vedovo anche della seconda moglie nel 1618, morì nella capitale inglese, dove gli era rimasta accanto la figlia Elisabetta, nel 1623.
Bibliografia
- Francesca Luzzati Laganà, Calandrini, Giovanni, in DBI, vol. 16 (1973) (e bibliografia ivi).
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]