Codronchi, Giovanni Battista

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


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Giovan Battista Codronchi (Imola, 27 agosto 1547 - Imola, 21 febbraio 1628) è stato un medico, precursore della medicina legale-forense, che si interessò anche al rapporto tra medicina e possessione diabolica.

Cenni biografici

Studiò medicina presso l'Università di Bologna, laureandovisi il 24 ottobre 1572.
Esercitò la professione nella natia Imola, occupando brevemente anche alcune cariche cittadine (fu membro del Consiglio cittadino, vessillifero della città e ufficiale della Spesa).
Codronchi fu per certi versi un precursore della medicina legale (si pensi in particolare ai trattati Casi di coscienza pertinenti a medici principalmente e anco a infermi, infermieri e sani, del 1589, e De Christiana ac tuta medendi ratione, del 1591 e Methodus testificandi, del 1595).
Svolse altresì studi e ricerche di laringoiatria (De vitiis vocis, 1597), sulla gestione igienico-profilattica delle epidemie ( De morbis qui Imolae et alibi communiter vagati sunt commentariolum) e sull'idrofobia (De rabie, hydrophobia communiter dicta, 1610).
In vecchiaia, dopo la morte (avvenuta nel 1618) della moglie Irene Teodosi (figlia di Giambattista Teodosi, professore di medicina presso l'Università di Bologna), che gli aveva dato quattordici figli, in coerenza con la propria indole molto devota e conservatrice, si fece prete.

Un trattato per medici ed esorcisti: il De morbis veneficis

Nel De morbis veneficis edito nel 1595 e indirizzato ai medici e agli esorcisti, Codronchi mise in discussione l’autorità di Aristotele e di Galeno riguardo alle indisposizioni soprannaturali. Codronchi, infatti, ritenendo che i morbi avessero delle cause occulte, difese la tesi favorevole alla realtà dei malefici e delle possessioni. Secondo Codronchi il demonio avrebbe ingannato i medici, inducendoli a credere che alcune patologie derivassero dalla malinconia e dalla corruzione degli umori; invece, era il diavolo stesso che, agendo nei corpi, portava a uno squilibrio tra i fluidi. Nel contraddire la fisica aristotelico-galenica, Codronchi delineò quindi una nuova figura di medico che, attento a rispettare i dettami e i divieti della Chiesa, si avvicinava alla figura del sacerdote e del confessore, proponendosi come valido supporto agli esorcisti. Tale legame tra medicina ed esorcistica non si risolse esclusivamente a favore dei sacerdoti dal momento che un corpo posseduto era pur sempre un corpo malato e necessitava delle cure del medico e dei farmaci da questi consigliati. Nonostante ciò Codronchi sosteneva che non spettasse certo ai medici - il cui scetticismo in materia era ricondotto non solo a Galeno, ma anche a Ippocrate che nel De morbo sacro, osservando l’epilessia, aveva negato l’origine divina delle malattie - pronunciarsi in merito all’esistenza dei malefici.

Opere

  • De aquis Rioli ac Vallissenii libellus, Imola 1579
  • Casi di coscienza pertinenti a medici principalmente e anco a infermi, infermieri e sani, Venezia 1589
  • De Christiana ac tuta medendi ratione, Ferrara 1591
  • De morbis veneficis ac veneficiis, Venezia 1595
  • Methodus testificandi, Venezia 1595
  • De vitiis vocis, Francoforte 1597
  • De morbis qui Imolae et alibi communiter vagati sunt commentariolum, Bologna 1603
  • De rabie, hydrophobia communiter dicta, Francoforte 1610
  • De annis climactericis, Bologna 1620

Bibliografia

Article written by Domizia Weber & Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2017

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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