Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Giovanna Michelino è stata una donna di Lugugnana, nel portogruarese, denunciata per stregoneria nel 1675.
Giovanna era moglie di Giacomo Michelino, dal quale ereditò il cognome. Non si conosce invece il cognome da nubile. A inizio estate del 1675 fu denunciata al Sant’Ufficio dal marito, che aveva cercato di uccidere attraverso un incantesimo, dopo una lite – forse l’ennesima – nella quale era stata presa a bastonate.
Giacomo trovò ai piedi del letto coniugale un sacchettino con dentro alcune ossa umane e della polvere, appositamente messo dalla moglie per lo scopo prefissato, come insegnatole da Giacoma Tramontin. Rinvenuto il singolare oggetto, e dopo aver accusato un improvviso malore, l’uomo si rivolse al parroco Giovanni Giacomo Sbaiz, il quale riferì tutto al vicario foraneo Francesco Iseppi di S. Giorgio di Latisana. Quest’ultimo, sentita la storia e visto il sacchettino, si recò a Lugugnana per ammonire Giovanna.
La questione finì nelle aule del locale tribunale dell’Inquisizione presieduto da Valerio Secchi, vicario per la diocesi di Concordia su mandato dell’inquisitore Agostino Giorgi. Il Secchi ascoltò le deposizioni del Michelino e dei due chierici, le quali peraltro coincisero perfettamente. Non ritenne opportuno convocare Giovanna e il processò si chiuse nel disinteresse, in linea con l’atteggiamento generale del Sant’Ufficio che dalla seconda metà del Seicento perseguì sempre con meno vigore il reato di stregoneria.
Bibliografia
- Mauro Fasan, Giussago e Lugugnana, due casi di stregoneria nel 1675, in “La bassa”, 80, 2020, pp. 70-76.
Article written by Mauro Fasan | Ereticopedia.org © 2020
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]