Galeazzo da Trezzo di Sant'Angelo

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Galeazzo da Trezzo di Sant'Angelo è stato un eretico del XVI sec., bruciato sul rogo a Lodi nel 1551.

Massaro dei conti Attendolo Bolognini, fu inquisito per varie opinioni ereticali (non credeva al Purgatorio, negava il culto dei santi e il dogma della transunstanziazione). In un primo momento cedette e accettò di pentirsi pubblicamente. Ma al momento dell'abiura pubblica, si rifiutò di farla. Per questo fu condannato a morte come relapso, ma il governatore di Lodi lo graziò, commutando la condanna nella confisca dei beni. Di nuovo in pubblico, Galeazzo protestò di fronte al popolo e inveì contro il frate inquisitore, dichiarando che l'adorazione dell'ostia era idolatria. Il rogo, nel novembre 1551, fu quindi inevibitabile.

Bibliografia

  • Salvatore Caponetto, La Riforma protestante nell'Italia del Cinquecento, Claudiana, Torino 19972, p. 269.
  • Federico Chabod, Lo Stato e la vita religiosa a Milano nell'epoca di Carlo V, Einaudi, Torino 1971, pp. 311-312, 356.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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