Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Gabrielle de Coignard (Tolosa, 1550 ca. - 29 novembre 1586) è stata una poetessa francese.
Biografia
Gabrielle de Coignard nacque intorno al 1550 a Tolosa, unica figlia di Jean de Coignard e Louise de Baulac. Il padre fu notaio, dottore di diritto e ricoprì la carica di consigliere nel Parlamento di Tolosa a partire dal 1543 fino al 1569, data della sua morte. Egli partecipò anche all’attività dell’Académie des Jeux Floraux, la società letteraria fondata a Tolosa nel 1323 che si fece erede della tradizione della lirica trobadorica, e per vent’anni (1535-1555) mantenne il titolo di maître ès Jeux Floraux. Sulla base dei pochi dati a disposizione si può immaginare che Gabrielle de Coignard abbia trascorso l’infanzia ricevendo un’educazione profondamente cattolica e frequentando i più importanti circoli letterari della sua città. Dopo un primo accordo matrimoniale fallito per motivi ignoti, Coignard fu data in moglie a Pierre de Mansencal. L’alleanza con la famiglia dei Mansencal rappresentò un significativo avanzamento sociale. Pierre era avvocato e consigliere al Grand conseil di Tolosa e, a partire dal 1572, ottenne anche la carica di presidente del parlamento della città. Il matrimonio tra i due fu celebrato nel 1570 e durò fino alla morte di Pierre de Mansencal, avvenuta tre anni dopo. Dall’unione nacquero due figlie, battezzate Jeanne (1571) e Catherine (1573). Dopo la scomparsa del marito, Coignard scelse di non risposarsi e si dedicò alla gestione delle proprietà familiari. Gabrielle de Coignard morì il 29 novembre 1586, probabilmente trentaseienne, lasciando le due figlie ancora nubili.
Opere
L’opera poetica di Gabrielle de Coignard venne pubblicata postuma nel 1594 per opera delle due figlie, Jeanne e Catherine de Mansencal. Col titolo di Œuvres Chrestiennes venne dato alle stampe un gruppo di componimenti di ispirazione religiosa diviso in due sezioni autonome: i Sonnets spirituels e i Vers chrestiens.
I Sonnets spirituels raccolgono 129 sonetti lirici in cui l’Io si identifica biograficamente con quello di Gabrielle de Coignard, con riferimenti diretti al proprio nome, alla condizione di madre e vedova e al rifiuto di risposarsi. Coignard lamenta i suoi doveri sociali, l’impossibilità di allontanarsi dal caos cittadino e la volontà di ritirarsi in preghiera e contemplazione in mezzo alla natura. Il marcato carattere religioso di questa poesia si declina nei numerosi sonetti dedicati al tema della Passione e alla meditazione sui salmi penitenziali, in un canto costantemente rivolto a Dio. Lo stile e il linguaggio sono largamente debitori al clima poetico contemporaneo, in particolare all’opera di Clément Marot e alle innovazioni di Pierre de Ronsard (che verrà premiato nel 1554 dall’Académie des Jeux Floraux). Coignard dedica due sonetti alla figura di Ronsard, riconoscendone l’assoluta capacità poetica ma, allo stesso tempo, accusandolo di offendere Dio con il suo utilizzo della mitologia classica. Ella, al contrario, rifiuta esplicitamente ogni tematica pagana per abbeverarsi soltanto alla fonte delle muse cristiane. L’intera raccolta dei sonetti si gioca sul rapporto tra Dio/Cristo e l’Io, il quale si fa saltuariamente rappresentante e voce dell’umanità tutta. L’oscillazione dell’Io tra pura fede, timore del giudizio finale e coscienza della fallibilità umana si sviluppa in un costante appello all’aiuto di Dio, il solo tra i due poli lirici a garantire l’immutabilità del volere e dell’amare. All’Io non resta che la preghiera, la penitenza e l’ascetismo.
Sebbene la coesione tematica dei Sonnets spirituels e alcuni elementi strutturali (sonetti proemiali e di anniversario) suggeriscano l’idea di un piano coerente di canzoniere, o almeno di un progetto, è bene tenere in conto la possibilità che, anche laddove ci fossero state delle specifiche direttive di pubblicazione da parte dell’autrice, l’opera è pubblicata postuma e che non è possibile definire l’importanza del ruolo editoriale delle due figlie o dell’editore stesso.
I Vers Chriestien raccolgono 21 componimenti di metro vario, anch’essi di argomento religioso e di genere didattico-narrativo. Diversi di essi sono dedicati alla natività, altri alla Passione e al dolore di Maria sotto la croce, altri ancora alle beatitudini e alla vita eterna. L’interesse della critica si è concentrato soprattutto sull’Imitation de la victoire de Judith, che riprende la storia di Giuditta e Oloferne utilizzata da altri poeti contemporanei, come Guillaume de Salluste Du Bartas (la versione del quale era probabilmente nota a Coignard) e Anne de Marquets. Il personaggio biblico viene magnificato nella sua natura di donna (anch’essa vedova come Coignard) e protettrice di Israele contro i pagani, e viene presentata come un esempio di fede da imitare.
Terrence Cave (1969) ha ipotizzato che la poesia di Coignard sia stata largamente influenzata dai trattati relativi alle pratiche spirituali dell’epoca, in particolare dagli Exercitia spiritualia d’Ignazio di Loyola e da Le vray chemin, traduzione francese del Libro de la Oración y Meditatión di Luis de Granada.
Bibliografia
- Terence Cave, Devotional poetry in France: c. 1570-1613, Cambridge, Cambridge University Press, 1969.
- Melany E. Gregg (a cura di), Gabrielle de Coignard, Spiritual Sonnets. A Bilingual Edition, Chicago & London, University of Chicago Press, 2004.
- Huguette-Renée Kaiser, Gabrielle de Coignard: Poétesse dévote, tesi di dottorato, Emory University, supervisore Arthur R. Evans Jr.
- Kathleen M. Llewellyn, The Example of Judith in Early Modern French Literature, in The Sword of Judith: Judith Studies Across the Disciplines, Cambridge, 2010, pp. 213-226.
- Pierre Salies, Gabrielle de Coignard: poétesse toulousaine du XVIe siècle, in Archistra, 79, 1987, pp. 33-43.
- Colette H. Winn (a cura di), Gabrielle de Coignard, Œuvres chrestiennes, Genève, Droz, 1995.
Testi on line
- Œuvres Chrestiennes, edizione del 1594 on line su Gallica
Nota bene
Questa voce fa parte della sezione "Dominae fortunae suae". La forza trasformatrice dell’ingegno femminile, che approfondisce il contributo offerto dalle donne alla nascita e allo sviluppo dei diversi campi del sapere.
Article written by Alessio Marziali Peretti | Ereticopedia.org © 2017
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]