Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
François de la Rochefoucauld (Parigi, 8 dicembre 1558 – Parigi, 14 febbraio 1645) è stato un vescovo e cardinale francese, membro della Congregazione del Sant'Uffizio
Destinato fin da giovanissimo alla carriera ecclesiastica, abate benedettino, fu nominato vescovo di Clermont-Ferrand nel 1585 e di Senlis nel 1610.
Consigliere di re Enrico IV, e da lui raccomandato al papa, fu nominato cardinale da Paolo V il 10 dicembre 1607 e incluso nella Congregazione del Sant'Uffizio (giurò come cardinale inquisitore il 10 febbraio 1610; la sua presenza alle riunioni della Congregazione è attestata dal 1610 al 1613). Durante il soggiorno romano che seguì la sua nomina cardinalizia si legò d'amicizia con Roberto Bellarmino.
Dal 1618 al 1632 fu Grande Elemosiniere di Francia, e dal 1619 abate commendatario di Sainte-Geneviève. Dagli anni venti in poi si dedicò integralmente alla riforma degli ordini religiosi in Francia. Fu molto vicino ai gesuiti. Morì nel 1645.
Bibliografia
- Joseph Bergin, Cardinal de La Rochefoucauld : leadership and reform in the French Church, Yale University Press, New Haven - London 1987.
- Jean Desbois, Biographie du Cardinal de la Rochefoucauld, E. Figuière, Paris 1923.
- Pierre-Noël Mayaud, Les «Fuit congregatio sancti officii in … coram …» de 1611 à 1642. 32 ans de vie de la Congrégation du Saint Office, in "Archivum Historiae Pontificiae", 30, 1992, pp. 231-289: pp. 263, 287.
- Gabriel de la Rochefoucauld, Le cardinal François de la Rochefoucauld : un homme d'église et d'état au commencement du XVIIe siècle, Pion, Paris 1926.
- Herman H. Schwedt, Die Römische Inquisition. Kardinäle und konsultoren 1601 bis 1700, Herder, Freiburg 2017, pp. 317-318.
Links
- Scheda sul cardinale François de la Rochefoucauld sul sito The cardinals of the Holy Roman Church
- Scheda su François de la Rochefoucauld sul sito Symogih.org
Voci correlate
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]