Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Francesco Guicciardo (o Guicciardino) alias Aly, fu un corsaro rinnegato di origini ferraresi, condannato nel 1627 dal tribunale inquisitoriale di Palermo al carcere perpetuo.
Catturato in giovane età da corsari nordafricani e condotto a Tunisi, il Guicciardo si convertì alla fede musulmana e cambiò il proprio nome in Aly. Uomo di notevole talento, seppe sfruttare la mobilità allora offerta dalla società ottomana e barbaresca ed al culmine della sua carriera divenne capo – Rais – delle galere di Biserta.
Dopo anni di corsa contro i cristiani, nel luglio del 1624 la piccola flotta di vascelli da lui comandata fu catturata dal marchese di Santa Cruz al largo delle coste tunisine e condotta a Palermo. Individuato come apostata dal Santo Uffizio siciliano, Francesco Guicciardo fu il protagonista di un articolato processo e di lunghe ed intricate trattative diplomatiche tra le due sponde del Mediterraneo. Copia del suo processo è attualmente conservata a Madrid1, dove fu inviata dai notai del tribunale palermitano; la versione originale fu invece conservata presso l’archivio di Palermo e insieme ad esso andò bruciata nel rogo che lo distrusse nel 1783.
Per tutta la durata del processo Aly difese con forza la sua appartenenza all’Islam, anche negando le proprie origini cristiane e rifiutando l’epiteto Aly il ferrarese in favore dell’appellativo Aly del Marnegro, nativo di Sinop e turco per nascita. Nelle carte processuali il suo atteggiamento fiero, quasi beffardo, si accompagna alla classica descrizione del corsaro rinnegato come paradigma di crudeltá e ferocia nei confronti degli schiavi cristiani.
Le circostanze in cui morì Francesco Guicciardo non sono chiare; tuttavia si può affermare con una certa sicurezza che la sua morte avvenne nelle carceri di Palermo dopo il 1642, anno in cui venne menzionato dalle fonti per un’ultima volta, allorché il Cardinale Doria intervenne personalmente cercando invano di convincere gli inquisitori a utilizzare il corsaro per uno scambio di prigionieri con Tunisi.
Bibliografia
- Bartolomé Bennassar, Lucile Bennassar, I cristiani di Allah. La straordinaria epopea dei convertiti all’islamismo nei secoli XVI e XVII, Rizzoli, Milano, 1991, pp. 72-103.
- Giovanna Fiume, L'impossibile riscatto di Aly del Marnegro, "turco vero", in “Quaderni Storici”, 140, 2012, pp. 341-383.
- Valeria La Motta, L’Inquisizione spagnola di Sicilia e il processo di fede a Francesco Guicciardo (1624-1626), tesi di laurea magistrale, Università degli Studi di Palermo, Facoltà di Scienze Politiche, a.a. 2009/2010.
- Giovanni Ricci, Modelli di schiavitù in una città italiana d'Antico Regime: il caso di Ferrara, in “Nuove Effemeridi”, n. 54, 2001/I, pp. 69-82.
Article written by Valentina Oldrati | Ereticopedia.org © 2013
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]