Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Francesco Betti (Roma, 1521 - Basilea, 30 agosto 1590) è stato un eretico già servitore del marchese di Pescara Francisco Ferdinando d'Avalos, quindi esule a Basilea.
Biografia
Segretario di Francisco Ferdinando d'Avalos, marchese di Pescara, dopo anni di pratica nicodemitica, nel 1557 lasciò Pescara per la Svizzera, probabilmente intimorito dall'inasprimento della persecuzione anti-ereticale avviato da papa Paolo IV. Nell'aprile 1557 era a Basilea, quindi si trasferì a Zurigo insieme a Jacopo Aconcio, raccomandato da Celio Secondo Curione al Bullinger. Rientrato brevemente a Basilea, seguì quindi l'Aconcio a Strasburgo nel 1558. Nell'estate 1562 era di nuovo a Basilea, dove finì per integrarsi stabilmente, frequentò l'università, e vi rimase fino alla morte, avvenuta nel 1590.
Il 16 ottobre 1557, da Basilea, per giustificarsi della sua fuga, Betti scrisse la Lettera di Francesco Betti romano, all'illustriss. et eccellentiss. S. Marchese di Pescara suo padrone, ne la quale da conto a sua Eccellenza de la cagione perché licentiato si sia dal suo servigio. La lettera fu stampata a Basilea sempre nel 1557 (una versione emendata fu ristampata nel 1589, poco prima della morte del Betti), e diede inizio ad una lunga polemica con Girolamo Muzio.
Betti replicò da Strasburgo con la Risposta di M. Girolamo Mutio Iustinopolitano ad una lettera di F. Betti… chiarissimamente confutata. Nel 1565 Muzio faceva stampare a Pesaro un nuovo opuscolo contro il Betti, Le malizie bettine distinte in quattro parti. Betti rispose nel 1574 con le Difese di Francesco Betti sopra le colpe falsamente attribuitegli nel libro intitolato le malizie bettine.
Oltre al legame con l'Aconcio e con il Curione, Betti fu amico e corrispondente di numerosi esuli religionis causa come lui: stretto fu il suo legame con Francesco Pucci, ma anche con Fausto Sozzini e molti altri.
Bibliografia
- Giorgio Caravale, Il profeta disarmato. L’eresia di Francesco Pucci nell’Europa del Cinquecento, Il Mulino, Bologna 2011.
- Francesco Betti, in DBI, vol. 9 (1967).
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]