Moncada, Guglielmo Raimondo (Flavio Mitridate)

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Guglielmo Raimondo Moncada (Flavio Mitridate), nome da convertito di Šemu’el ben Nissim Abulfarağ (Caltabellotta, Sicilia 1445 ca. - …), è stato un orientalista ed un cabbalista.

Biografia

Ebreo siciliano nato intorno al 1445 a Caltabellotta1, figlio del rabbino Nissim Abulfarağ e di Stella. Trascorse il primo ventennio della sua esistenza tra la località nativa e la vicina Sciacca allora sede di uno Studium ebraico. Nella Caltabellotta del tempo operava l’ebreo Borach de Ixei, ricco proprietario di bestiame, mercante, ma soprattutto intellettuale e possessore della più ricca biblioteca di libri ebraici e moriski dell’isola, testi messi a disposizione dei suoi correligionari di Caltabellotta e di Sciacca.
La prima formazione di Šemu’el ben Nissim si svolse con molta probabilità sotto la guida del padre che fu allievo dello scienziato e poeta Isaac ben Salomon al-Ahdab. Oltre ad imparare il siciliano, l’ebraico, l’arabo, l’aramaico, il latino, il caldeo, il siriaco studiò l’astronomia, l’astrologia giudiziaria, la filosofia e la Kabbalah. A questa contesto altamente umanistico può essere addebitata l’abitudine sia del padre che del figlio di definirsi agrigentini in modo da legare la propria provenienza ad una città di origini classiche.
Šemu’el convertito al Cristianesimo intorno al 1465 circa assunse il nome del conte di Adernò, Guglielmo Raimondo Moncada che certamente gli fece da padrino. Nel 1468 chiese il permesso di frequentare lo Studium di Catania e successivamente si recò a Messina dove ancora viva era la tradizione della kabbalah estatica di Abulafia, per essere istruito nella lingua greca nel monastero del Santissimo Salvatore in lingua Phari. Questo centro era retto dal cardinale Bessarione che ne era divenuto l’archimandrita nel 1456 e dal 1467 vi era ripreso l’insegnamento del greco e la produzione di testi in lingua ellenica ad opera di Costantino Lascaris e del suo gruppo. Nella città dello Stretto Moncada divenne chierico anche se con molta probabilità non prese i voti.
Nel 1470 si trasferì a Napoli dove intraprese gli studi di medicina a spese di alcune città siciliane ottenendo il titolo di artium doctor nel gennaio 1476. Nel 1474 iniziarono le sue relazioni con Roma che lo portarono ad entrare nelle grazie del pontefice Sisto IV. Nello stesso anno era presente alla corte aragonese di Giovanni e dopo un breve rientro in Sicilia dal 1477/78 risiedette a Roma dove trovò come patrocinatore il cardinale Giovan Battista Cybo che ascenderà al soglio petrino con il nome Innocenzo VIII (1484-92). Guglielmo Raimondo operò anche nella Urbino di Federico da Montefeltro nella quale tradusse vari testi arabi tra i quali alcune parti del Corano.
Guglielmo Raimondo grazie alle influenti protezioni di principi ed ecclesiastici acquisì tramite lettere regie e viceregie e bolle pontificie alcuni benefici ecclesiastici nel messinese, il canonicato ad Agrigento, la prebenda di Santa Maria del Belice nel territorio di Sciacca, di San Giovanni di Lilibeo a Marsala, il priorato di San Nicolò Latina a Sciacca, l’arcipresbiterato della chiesa di Santa Maria e i benefici delle chiese di San Matteo e di San Michele a Caltabellotta, la chiesa di Santa Caterina all’Olivella di Palermo, di Sant’Agata di Sutera ed infine nel 1482 l’arcidiaconato della Chiesa di Siracusa e il priorato di Cefalù, nomina che lo poneva nella posizione di possibile futuro vescovo.
Rilevante importanza nella carriera di Moncada assunse la predicazione del Sermo de passione Domini in un concistoro cardinalizio presieduto dal pontefice Sisto IV il Venerdì Santo del 1481, nel quale sostenne l’utilità delle lingue «chaldaica, hebraica, harabica et greca» in funzione dell’esegesi comparata delle sacre scritture. D’altronde già nel periodo urbinate in base ad una bolla papale risultava essere familiare pontificio ed interprete per le lingue ebraica, araba e caldaica e almeno dal 25 aprile 1482 docente delle tre lingue nello Studium Urbis.
Ma il 1482 fu l’anno in cui Moncada venne accusato a Roma di un misterioso delitto – probabilmente collegato alla sua condizione di omosessuale e pederasta – che ne comportò il decadimento da tutti i benefici e la fuga dall’Urbe. Ormai conosciuto con lo pseudonimo di Flavio Mitridate si recò a Colonia, Lovanio, Heidelberg e Basilea, rapportandosi con i massimi studiosi della Kabbalah cristiana, come Rudolf Agricola e Johann Reuchlin. Rientrato in Italia entrò in contatto con Giovanni Pico della Mirandola di cui divenne maestro di ebraico, aramaico e arabo e soprattutto traduttore di svariati testi cabbalistici tanto da influenzare oltre che Giovanni Pico altri illustri umanisti fiorentini. I rapporti con Pico si mantennero fino al 1489 quando Moncada a Viterbo venne imprigionato per ordine di Innocenzo VIII su richiesta dell’umanista fiorentino. L’ultima notizia relativa al Moncada è contenuta nel testamento della madre Stella risalente al 6 marzo 1491 nel quale venivano legate al «domino Guglielmo Moncata» due tarì.

Opere

  • Sermo de passione Domini, a cura di C. Wirszubski, The Israel Academy of Sciences and Humanities, Gerusalemme 1963.

Traduzioni

Per l’edizione di traduzioni eseguite da Guglielmo Raimondo Moncada vedi:

  • Bibliographia Mithridatica II, a cura di Michela Andreatta e Saverio Campaini, in Mauro Perani e Giacomo Corazzol (a cura di), Flavio Mitridate mediatore fra culture nel contesto dell’ebraismo siciliano del XV secolo. “Atti del convegno internazionale di studi” (Caltabellotta, 30 giugno-1luglio 2008), Officina di Studi Medievali, Palermo 2012, pp. 289-291.

Bibliografia

  • Raffaele Starrabba, Ricerche storiche su Guglielmo Raimondo Moncada ebreo convertito siciliano del secolo XV, in «Archivio Storico Siciliano», 3, 1878, pp. 15–91.
  • Isidoro Carini, Guglielmo Raimondo Moncada, in «Archivio Storico Siciliano», 22, 1897, pp. 485-492.
  • Il diario romano di Jacopo Gherardi da Volterra dal 7 settembre 1479 al 12 agosto 1484, a cura di Enrico Carusi, in Rerum Italicarum scriptores: Raccolta degli storici italiani dal Cinquecento al Millecinquecento, ordinata da Ludovico Antonio Muratori, Città di Castello, S. Lapi, 1904-1911, tomo 23.3, p. 49.
  • Gustav Bauch, Flavius Wilhelmus Raimundus Mithridates, der erste fahrende Kölner Hebraist un Humanist, in «Archiv für Kulturgeschichte», 3, 1905, pp. 15-27.
  • Umberto Cassuto, Wer war der Orientalist Mithridates?, in «Zeitschrift f. die Gerschichte des Juden in Deutschland», 5, 1934, pp. 230–236.
  • Angela Scandaliato, Judaica minora sicula. Indagini sugli ebrei di Sicilia nel Medioevo e quattro studi in collaborazione con Maria Gerardi, Giuntina, Firenze 2006.
  • Mauro Perani (a cura di), Guglielmo Raimondo Moncada alias Flavio Mitridate. Un ebreo converso siciliano. “Atti del Convegno Internazionale” (Caltabellotta 23-24 ottobre 2014), Officina di Studi Medievali, Palermo 2008.
  • Mauro Perani e Giacomo Corazzol (a cura di), Flavio Mitridate mediatore fra culture nel contesto dell’ebraismo siciliano del XV secolo. “Atti del convegno internazionale di studi” (Caltabellotta, 30 giugno-1luglio 2008) , Officina di Studi Medievali, Palermo 2012.
  • Bibliographia Mithridatica II a cura di Michela Andreatta e Saverio Campaini, in Mauro Perani e Giacomo Corazzol (a cura di), Flavio Mitridate mediatore fra culture nel contesto dell’ebraismo siciliano del XV secolo. “Atti del convegno internazionale di studi” (Caltabellotta, 30 giugno-1° luglio 2008), Officina di Studi Medievali, Palermo 2012, pp. 287-317.

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Article written by Giuseppe Campagna | Ereticopedia.org © 2017

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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