Fiorita da Claut

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Fiorita è stata una donna processata per stregoneria dal vescovo di Concordia nel 1589.

Fiorita, della quale non si sa il cognome, era originaria di Claut. Quanto si conosce di lei arriva dal processo del 1589, del quale è stata protagonista con la cognata Orsola da Belluno, tenutosi a Portogruaro dopo che le due furono catturate a Pasiano (di Pordenone).
Durante il carnevale di quell’anno le due donne, di umilissima condizione sociale, si portarono nel villaggio di Pasiano di Sopra, sotto la giurisdizione di Prata, con la speranza di poter trovare vitto e alloggio. A tal proposito sfruttarono la fama di streghe che le circondava, chiedendo l’elemosina e proponendosi per risolvere i problemi dei contemporanei: malesseri, pene d’amore, infertilità e impotenza.
Fiorita era la personalità più debole della coppia e certo era meno intraprendente di Orsola. Ad ogni modo operavano sempre in coppia e la loro reputazione degenerò quando Angela, moglie di Paolo Bortolussi, si sentì male dopo una cena in casa loro, dove le donne avevano trovato ospitalità.
Dopo la morte di Angela – sopraggiunta dopo pochi giorni - le due furono incarcerate, prima a Prata e poi a Sacile, per poi essere condotte a Portogruaro, dove il vescovo Matteo Sanudo tenne in prima persona il processo, avendolo avvocato a sé.
Forte delle deposizioni dei testimoni, che furono raccolte dalle autorità civili di Prata, e degli interrogatori alle due, il 23 marzo 1589 il vescovo emise la sentenza. Le due dovettero scontare la «berlina». Furono tuttavia assolte dal rifondere le spese processuali.

Bibliografia

  • Pier Carlo Begotti, Storia di Pasiano di Pordenone, Biblioteca dell’Immagine, Pordenone, 2015.
  • Mauro Fasan, A caccia di streghe nei domini della Serenissima. Processi per stregoneria tra Veneto e Friuli nel ‘500 e ‘600, Itinera Progetti Editore, Bassano del Grappa (VI), 20212.

Article written by Mauro Fasan | Ereticopedia.org © 2021

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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