Gonzaga, Ercole

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


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Ercole Gonzaga (Mantova, 22 novembre 1505 - Trento, 2 marzo 1563) è stato un cardinale ed umanista.

Biografia

Figlio di Francesco II duca di Mantova e di Isabella d'Este, quest'ultima raffinata cultrice degli studi umanistici, grazie all'influenza della madre sulla corte pontificia fu nominato vescovo di Mantova nel 1521 e poi soprattutto cardinale nel 1527.
Studiò a Bologna, risiedendovi dal dicembre 1522 all'estate 1525, dove fu allievo di Lazzaro Buonamici e Pietro Pomponazzi. Per quest'ultimo provò sempre una grande venerazione al punta da farne ergere una statua a Mantova e dal conservarne gelosamente ritratto ed effigie.
Nettamente filofrancese nei primi anni del suo cardinalato, alla fine del 1532 passò clamorosamente al campo filoimperiale, scelta che peraltro mantenne coerentemente in seguito.
Corrispondente di Pietro Bembo e di Vittoria Colonna, sin dal 1532 entrò in contatto con Juan de Valdés (conosciuto durante la visita di Carlo V a Mantova in quell'anno). Nel 1537, deluso dal fallimento della convocazione del concilio a Mantova e col pretesto della malattia della madre, rientrò da Roma stabilmente a Mantova, dove intraprese studi teologici sotto la guida di Pietro Bertano, che ottenne grazie a lui il vescovado di Fano nel 1538. Sempre più legato ai cardinali Gasparo Contarini, Reginald Pole e gli altri membri del gruppo degli "spirituali", tra 1537 e 1539 dialogò di tematiche religiose con Pier Paolo Vergerio, che in quegli anni soggiornò a Mantova. Affidò la cura della propria biblioteca al segretario Endimio Calandra, in seguito perseguitato per eresia: in essa non mancarono le opere dei principali riformatori, da Lutero a Zwingli. Molto sensibile alle problematiche della riforma della Chiesa, dal 1540 fu peraltro piuttosto preso dagli impegni politici, dovendo assumere a più riprese la reggenza del ducato di Mantova.
Ciononostante tra 1540 e 1542 si occupò della riorganizzazione dell'ordine degli agostiniani (canonici regolari lateranensi), di cui era protettore, servendosi della collaborazione di Pier Martire Vermigli. Guardò con interesse agli sforzi del cardinal Contarini per una riconciliazione con i protestanti e cercò di proteggere Vermigli, così come Bernardino Ochino e Pier Paolo Vergerio dall'offensiva inquisitoriale. Dalla metà degli anni quaranta in poi tuttavia si spostò su posizioni più aderenti all'ortodossia. La protezione accordata a Luciano Degli Ottoni nel 1550-51 fu non a caso molto meno decisa.
Ebbe pessimi rapporti con Paolo IV e si espose a difesa del cardinal Morone incarcerato per conto del Sant'Uffizio. Fu vicino all'elezione papale nel 1559, ma la sua candidatura alla fine fallì. Godette della stima di Pio IV, che lo inviò a dirigere il concilio di Trento, che egli condusse con decisione in una fase particolarmente delicata, ma non riuscì a portare a termine: morì infatti nella città del concilio il 2 marzo 1563.

Bibliografia

  • Giampiero Brunelli, Gonzaga, Ercole in DBI, vol. 57 (2002) (e bibliografia ivi citata).

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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