Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Elisabetta Grimaldi è stata una strega di Meduna di Livenza vissuta a cavallo tra Cinquecento e Seicento.
Elisabetta Grimaldi era figlia di Claudio, nobile medunese, appartenente all’élite sociale dell’epoca. Molto scarse le informazioni sulla Grimaldi, della quale si attesta solo la residenza a Meduna sul finire del Cinquecento, ove la famiglia aveva palazzo, possedimenti e vari interessi politico-economici.
Il 24 marzo 1605 – presumibilmente ventenne – la Grimaldi si presentò davanti all’inquisitore Girolamo Asteo per raccontare quanto accadeva a Meduna, paese con un certo fermento esoterico, se si pensa che in quel periodo si potevano incontrare altre streghe, tra le quali Aurora de Rubeis e le vicine colleghe pasianesi.
Elisabetta, in tal occasione, ammise di aver «fatto delle superstitioni delle quali hora son veramente pentita et prego Vs. m.to R.do à perdonarmi».
Nella deposizione rilasciata al Santo Ufficio, la giovane disse che approfittava della notte magica di S. Giovanni (23-24 giugno) per lasciare alla rugiada delle foglie di fico, verificandone lo stato al mattino. Nel caso una, o più, di queste fosse stata ritrovata avvizzita «significasse la morte di colui per cui era stata messa».
Continuò raccontando che la stessa notte aveva “tamisato” (setacciato) la cenere su richiesta di una giovane ragazza nubile, la quale la mattina seguente vide «sogni espressi nella detta cenere dell’arte et professione particolare che havrebbe fatto colui che doveva essere suo marito». Per poter far ciò, utilizzò il “tamiso”, ossia un setaccio con struttura esterna circolare in legno. Un semplice strumento di uso quotidiano, molto diffuso per i sortilegi legati alla divinazione.
Allo stato delle ricerche non sono stati trovati altri documenti inerenti la Grimaldi, che evidentemente chiarì subito la sua posizione con la Santa Inquisizione attraverso questa deposizione. Lo stesso Santo Ufficio, forse, si accontentò di quanto sentito, tanto più che Elisabetta fece il nome di altre streghe da Meduna, come la sopradetta Aurora de Rubeis, Angela Quartarola e Benvenuta Prosdocimo. Tuttavia non si registrano procedimenti di alcuna natura a carico di quest’ultime.
Bibliografia
- Mauro Fasan, A caccia di streghe nei domini della Serenissima. Processi per stregoneria tra Veneto e Friuli nel ‘500 e ‘600, Itinera Progetti Editore, Bassano del Grappa (VI) 2016.
- Mauro Fasan, Streghe a Meduna tra Cinquecento e Seicento, in "Cultura in Friuli", IV, 2018, pp. 489-506.
Article written by Mauro Fasan | Ereticopedia.org © 2019
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]