Distretto inquisitoriale di Siviglia

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Il primo tribunale dell'Inquisizione spagnola istituita con la bolla di papa Sisto IV del 1° novembre 1478 su richiesta dei Re Cattolici Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona si impiantò a Siviglia nel 1480.
Il distretto inquisitoriale di Siviglia aveva raggiunto una fisionomia definitiva (che mantenne fino alla soppressione) nel 1507, allorché comprendeva Siviglia e il suo arcivescovado, oltre che il territorio del vescovado di Cadice e la città di Jérez de la Frontera.

L'attività di repressione del tribunale di Siviglia, terra di frontiera e di passaggio, fu molto violenta sin dai suoi esordi. Essa si concentrò dapprima sugli ebrei e sui conversos. Ma Siviglia fu anche, insieme a Valladolid, il principale centro di sviluppo del luteranesimo in Spagna nel XVI secolo, come testimoniato dalla dura repressione degli anni cinquanta.
Significativamente una parte importante dei perseguitati dal tribunale (è stato stimato il 20% del totale tra la metà del XVI e la metà del XVII secolo) furono persone provenienti dai paesi dell'Europa del nord.

Gli archivi dell'Inquisizione di Siviglia sono andati persi.

Bibliografia

  • Michel Boeglin, L'Inquisition espagnole au lendemain du concile de Trente. Le tribunal du Saint-Office de Séville (1560-1700), Presses de l'Université de Montpellier, Montpellier 2003.
  • Gianclaudio Civale, Con secreto y disimulación. Inquisizione ed eresia nella Siviglia del secolo XVI, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 2007.
  • Jaime Contreras, Jean Pierre Dedieu, Geografía de la inquisición española: la formación de los distritos (1540-1700), in "Hispania", 40, 1980, pp. 37-93.
  • Juan Gil, Los conversos y la Inquisición sevillana, Universidad de Sevilla, Sevilla 2000-2003 (8 voll.).

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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