Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Saragozza era l'antica capitale del Regno di Aragona e il tribunale inquisitoriale vi si impiantò stabilmente poco dopo la bolla di papa Sisto IV che, su sollecitazione dei Re Cattolici, istituì l'Inquisizione spagnola (1478), nel 1482. L'istituzione del tribunale suscitò perplessità generali, condivise da cristianos viejos e cristianos nuevos ne sollevò le proteste delle élites cittadine, molte delle quali di origine giudeo-conversa. Nel settembre 1485 l'inquisitore Pedro de Arbués fu assassinato mentre pregava presso l'altare maggiore, il che scatenò una feroce repressione contro i conversos, che persero progressivamente ogni influenza nella vita politica aragonese.
Dopo la morte di Isabella di Castiglia, avvenuta nel 1504, e fino al 1518, le giurisdizioni dell'Inquisizione di Castiglia e di Aragona furono separate, il che attenuò temporaneamente l'attività repressiva.
L'Inquisizione di Saragozza si distinse, oltre che per la persecuzione di moriscos e protestanti (in prevalenza stranieri), per la sua attenzione ai reati di sodomia e di bestialità (zoofilia), dopo che un breve di Clemente VII del 1524 concesse al tribunale la competenza su questi reati.
Nel 1591 il tribunale inquisitoriale di Saragozza fu utilizzato strumentalmente da Filippo II contro il suo ex segretario di stato Antonio Pérez, caduto in disgrazia nel 1579 in quanto accusato di aver organizzato l'omicidio di Juan de Escobedo, segretario di don Giovanni d'Austria (fratello di Filippo II e governatore dei Paesi Bassi spagnoli), e rifugiatosi a Saragozza nel 1590, protetto dalle élites aragonesi, il che provocò una sollevazione contro l'Inquisizione duramente repressa. Nel 1593 Filippo II ordinò il trasferimento del tribunale inquisitoriale nel palazzo fortificato dell'Aljafería, per prevenire ulteriori assalti.
A partire dal 1630, le attività dei tribunali inquisitoriali aragonesi si ridussero notevolmente e il tribunale di Saragozza non fece eccezione.
Bibliografia
- Jaime Contreras, La Inquisición de Aragón: estructura y oposición (1500-1700), in "Estudios de Historia Social", 1, 1977, pp. 113-141.
- Mercedes Gamero Rojas, Aragona (età moderna), in DSI, vol. I, pp. 76-79.
- Ricardo García Cárcel, La Inquisición en la Corona de Aragón, in "Revista de la Inquisición", 7, 1998, pp. 151-163.
- Adriano Prosperi, Zaragoza, in DSI, vol. III, pp. 1717-1720.
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]