Di Capua, Pietro Antonio

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Pietro Antonio Di Capua (Napoli, 1513 - Otranto, dicembre 1578 o gennaio 1579) è stato un arcivescovo esaminato dal Sant'Uffizio per eresia.

Biografia

Membro di una famiglia della feudalità napoletana legata ai Gonzaga e a Carlo V.
Allievo dell'umanista Baldassarre Aquila, coltivò finemente gli studi letterari, teologici e giuridici. Partecipò al circolo napoletano di Juan de Valdés e si legò a tutti i suoi membri più importanti. Nel 1536 fu nominato arcivescovo d'Otranto. Non risiedette nella sua diocesi ma ne affidò il governo a suoi sodali tutti sospetti d'eresia. Dopo la morte di Valdés (1541), si trasferì a Roma, frequentando Reginald Pole, Vittoria Colonna e gli altri membri del gruppo degli "spirituali". Molto stimato da Paolo III, si occupò dal 1543 dell'organizzazione del concilio di Trento. Dal 1545, tuttavia, fu oggetto di indagini da parte del Sant'Uffizio, anche per la protezione offerta al suo segretario Guido Giannetti da Fano, ricercato dall'Inquisizione. L'uccisione di Pier Luigi Farnese in una congiura filoimperiale e l'occupazione di Piacenza da parte di Ferrante Gonzaga gli fecero perdere le grazie di Paolo III.
Cercò di farsi eleggere cardinale sotto il papato di Giulio III, appoggiato da Carlo V, ma senza successo, a causa dell'opposizione dei cardinali inquisitori, in particolare Rodolfo Pio di Carpi e Marcello Cervini. Nel 1553 si sottomise a purgazione canonica.
Sotto il papato di Paolo IV si rifugiò nei suoi feudi nel Regno di Napoli, rifiutando una convocazione a Roma nel 1558. Fu riabilitato da Pio IV e partecipò alle ultime sessioni del concilio di Trento. Provò di nuovo a farsi eleggere cardinale, ma senza successo. Dopodiché si occupò prevalentemente del governo della sua diocesi di Otranto, risiedendovi, salvo brevi spostamenti (dal 17 novembre 1565 al 21 maggio 1566 fu nunzio a Venezia; nel 1568 si recò a Roma dove probabilmente ottenne da Pio V un'assoluzione extra-giudiziale), sino alla morte, ed impegnandosi molto nell'applicazione dei decreti tridentini proprio per fuggire nuove accuse di eresia.

Bibliografia

  • Massimo Firpo, Inquisizione romana e Controriforma. Studi sul cardinal Giovanni Morone (1509-1580) e il suo processo d'eresia, Morcelliana, Brescia 2005.
  • Processo Morone2, pp. 62-65, nota 16.
  • Andrea Gardi, Pietro Antonio Di Capua (1513-1578). Primi elementi per una biografia, in "Rivista di storia e letteratura religiosa", XXIV, 1988, pp. 262-310.
  • Andrea Gardi, Di Capua, Pietro Antonio, in DBI, vol. 39 (1991).
  • Dario Marcatto, “Questo passo dell’heresia”. Pietrantonio di Capua tra valdesiani, ‘spirituali’ e inquisizione, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Napoli 2003.

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Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2013

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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