Della Sega, Francesco

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Francesco Della Sega (Rovigo, ca. 1528 - laguna di Venezia, 17 febbraio 1565) è stato un anabattista condannato a morte dall'Inquisizione.

Biografia

Nacque a Rovigo attorno al 1528.
Studiò legge presso lo Studio di Padova. Dedito alla vita gaudente e libertina, si convertì improvvisamente, pare a seguito dei rimproveri di un povero sarto. A Padova, il cui Studio era frequentato da molti stranieri, in buona parte protestanti, circolavano ampiamente le nuove idee religiose, ed è facile immaginare che Della Sega sia entrato in contatto con ambienti eterodossi attraverso l'ambiente universitario.
Dal 1546 partecipò ai Collegia Vicentina, riunioni anabattiste che si tenevano nei palazzi della nobiltà di Vicenza, incontrando Giulio Gherlandi, con cui stabilì un durevole sodalizio.
In compagnia di quest'ultimo, fu costretto a fuggire in seguito alla delazione Manelfi del 1551, rifugiandosi prima in Austria poi in Moravia, presso una comunità hutterita, dove si mantenne praticando il mestiere di sarto, si sposò con una donna grigiona ed ebbe un figlio.
In seguito all'arresto di Gherlandi, che periodicamente rientrava nel territorio della Repubblica di Venezia per fare proselitismo, decise di partire a sua volta per la stessa missione, accompagnato dal vicentino Antonio Rizzetto, un altro anabattista finito in Moravia per fuggire alla repressione innescata dal caso Manelfi. 
Della Sega e Rizzetto riuscirono a raccogliere diversi proseliti da condurre in Moravia. Ma sulla via del ritorno il gruppo venne intercettato a Pola: Della Sega, Rizzetto e Niccolò Buccella, medico padovano che faceva parte della comitiva, furono arrestati, mentre gli altri membri del gruppo riuscirono a fuggire. Trasferiti a Venezia e sottoposti a processo, il Buccella abiurò, mentre Rizzetto e Della Sega rimasero fermi nelle loro convinzioni. Per questo furono condannati a morte per annegamento nelle acque della laguna, secondo il rito veneziano nel caso di esecuzioni capitali di eretici. La sentenza fu eseguita nel febbraio 1565, il 17 per Della Sega, ed il 26 per Rizzetto.

Bibliografia

  • Aldo Stella, Dall'anabattismo al socinianesimo nel Cinquecento veneto, Padova 1967, pp. 110-119 e passim.
  • Aldo Stella, Anabattismo e antitrinitarismo in Italia nel XVI secolo, Padova 1969, pp. 156-159, 165-171, 181-189, 241-300 e passim.
  • Domenico Caccamo, Eretici italiani in Moravia, Polonia, Transilvania (1558-1611). Studi e documenti, Firenze-Chicago 1970, pp. 39-46.
  • Mauro Scremin, Della Sega, Francesco, in DBI, vol. 37 (1989).

Voci correlate

Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2013

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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