Zazzara, Clemente

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Clemente Zazzara, o Zazzera (Roma, 1577 – † data incerta), figlio di Monte, ricordato tra i primissimi penitenti di Filippo Neri a S. Girolamo della Carità, ha fatto parte della Congregazione oratoriana come i fratelli Francesco, Giovanni Battista e Andrea; di salute cagionevole, dopo cinque anni di vita comunitaria nell’Oratorio di Napoli, è rientrato a Roma, lasciando di fatto la Congregazione all’inizio del nuovo secolo.

Biografia

Clemente Zazzara, figlio di Monte e Clarice Zaccarini, nacque a Roma nel 1577 in una famiglia di antica devozione filippina e di collaudata consuetudine con la peculiare spiritualità dell’Oratorio. Il padre, fiorentino di nascita, nel 1547 si era trasferito ancora adolescente nell’Urbe, dove la sua presenza è documentata in quegli anni come residente nel palazzo della Zecca, che nel 1666 diventò sede del Banco di S. Spirito. Monte esercitava la professione di profumiere, con bottega nei pressi di S. Giovanni dei fiorentini, e fin dal 1552 si pose sotto la direzione spirituale di Filippo Neri, di cui fu uno dei più antichi frequentatori e devoto discepolo fino alla sua morte. Ascoltato ben cinque volte come teste al processo di canonizzazione, Monte Zazzara seppe giovarsi della sua condizione privilegiata di testimone diretto di quel periodo, fornendo preziose notizie sui primissimi tempi dell’Oratorio, quando le riunioni avevano ancora una forma privata e si tenevano a S. Girolamo della Carità nelle stanze di Filippo Neri, venerato in questa circostanza come «santissimo homo et vero servo di Christo»: «In quel principio ch’io ci andai, ogni sera, in camera sua, faceva raggionamenti spirituali, dove eramo da quatro o sei o otto persone, perché la camera era piccola et capiva poche persone, non più di otto; et il raggionamento era di cose spirituale, et il padre stava nel letto; et alle volte veniva in tanto fervore de spirito, che tremava tutto, et se alzava dal letto, che pareva che fosse alzato, et tremava il letto et la camera. Et questo della camera durò più di tre anni incirca»1.
Successivamente, tra il 1554 e il 1555, questi incontri ristretti persero il loro carattere privato, anche per effetto del considerevole incremento del numero dei partecipanti, e furono trasferiti nell’antico granaio collocato sopra la chiesa di S. Girolamo della Carità2. Intorno al 1557 le riunioni dell’Oratorio, pur conservando la fisionomia delle origini, assunsero una forma più definita e Pompeo Pateri, testimone indiretto di quegli anni, fa osservare che «all’hora, il beato padre pensò di fare tale esercitio più formato, et cominciò a far sermoneggiare» Francesco Maria Tarugi, Cesare Baronio e altri suoi figli spirituali3.
Simone Zazzara, zio paterno di Clemente, già prima di entrare nell’Ordine dei frati cappuccini, era stato indotto dal fratello maggiore Monte a farsi penitente del Neri. Sua madre Clarice Zaccarini, al pari di Monte assai devota a padre Filippo, aveva dato alla luce dodici figli e nei suoi ripetuti parti, segnati da «grandissimi travagli», si ritenne sempre miracolata dalla borsa con le reliquie che le aveva donato Filippo Neri. Circostanza, questa ricordata da Monte Zazzara, che si trasformò in materia di rilevante valore devozionale al processo di canonizzazione del Neri4. Non deve perciò meravigliare se ben quattro dei loro figli fecero parte della Congregazione filippina: Francesco Zazzara, il più noto della figliolanza, entrò ventunenne nella comunità della Chiesa Nuova il 21 luglio 1595; Clemente seguì subito il suo esempio e nello stesso anno fu accolto diciottenne nell’Oratorio di Napoli; Andrea fece il suo ingresso in Congregazione due anni dopo, il 21 ottobre 1597, anch’egli diciottenne; Giovanni Battista, assai dotto, visse un’intensa milizia curiale e per questo motivo entrò in Congregazione soltanto il 13 settembre 1622, pur avendo frequentato assiduamente l’Oratorio come gli altri fratelli fin da ragazzino5.
Clemente Zazzara, dopo un’infanzia vissuta nel mito di S. Girolamo della Carità, fu accettato dunque nell’Oratorio nell’ottobre del 1595. Quasi subito fu inviato per il noviziato presso la Casa di Napoli, dove giunse il primo novembre6. L’anno successivo Clemente concluse la probazione e comunicò di essere pronto per la fase successiva. La sua richiesta fu accolta il 15 novembre7. Il 6 marzo 1597, con la prima tonsura, Clemente Zazzara riceveva anche gli ordini minori8. In occasione di un viaggio a Roma di Antonio Talpa, rettore dell’Oratorio di Napoli, da realizzarsi approssimativamente nell’aprile del 1599 con grande gioia dell’amico Baronio, il medico di fiducia dei padri di Napoli aveva suggerito di far rientrare nell’Urbe anche Clemente Zazzara, la cui salute cagionevole avrebbe potuto trovare un minimo di beneficio respirando nuovamente l’aria di casa. Tuttavia Angelo Velli, a quel tempo preposito della Congregazione, non nascose il suo discutibile disappunto circa la venuta di Clemente Zazzara a Roma, sia pure per motivi di salute e nella veste di accompagnatore di padre Talpa: «Di Clemente Zazzara non dico altro se non che contra stommaco sopportarò che tre fratelli si allevino nella stessa casa», con esplicita allusione alla contemporanea presenza alla Vallicella di Francesco e Andrea9.
Dopo aver concluso il triennio di noviziato, Clemente Zazzara fu aggregato all’Oratorio il 12 aprile 1599, quando era appena ventiduenne, ma le sue condizioni di salute restavano precarie. Nel dicembre del 1599 fu in ogni caso ammesso alla seconda probazione10. In conseguenza dei suoi frequenti malanni, Clemente Zazzara fu richiamato a Roma al principio del 160011. Giunse nell’Urbe il 25 febbraio 1600, accompagnato dal confratello Fabio Volante, a Quaresima già iniziata12. Ma a causa dei ricorrenti problemi di salute, dopo cinque anni di vita comunitaria, preferì ritirarsi a casa sua piuttosto che rientrare alla Vallicella, lasciando di fatto la Congregazione nel febbraio 1600 o appena dopo. Da allora in poi la sua vita rimase nell’ombra, fino a quando di Clemente Zazzara si perse ogni traccia. È probabile che sia morto precocemente e che il padre Monte, deceduto nella sua abitazione romana il 4 giugno 1608, sia sopravvissuto al figlio Clemente, anche perché questi non risulta presente al suo capezzale.

Fonti

  • Paolo Aringhi et alii, Le vite e detti de’ padri e fratelli della Congregatione dell’Oratorio. Da s. Filippo Neri fondata nella chiesa di S. Maria in Vallicella …, 3 v., Roma, Biblioteca Vallicelliana, mss. O 58, O 59, O 60.
  • [Paolo Aringhi], Le vite, e detti de padri, e fratelli della Congregazione dell’Oratorio da s. Filippo Neri fondata nella Chiesa di S. Maria in Vallicella raccolti da Paolo Aringhi Prete della detta Congregatione e da Altri, 2 v., editi e annotati da Maria Teresa Bonadonna Russo, con la collaborazione di Renato De Caprio, Edizioni Oratoriane, Roma 2018-2020 (i due volumi corrispondono alla prima delle tre parti dell’opera), vol. I, p. 187, nota 86.
  • Antonio Gallonio, Vita di San Filippo Neri, pubblicata per la prima volta nel 1601. Edizione critica a cura dell’Oratorio Secolare di S. Filippo Neri di Roma, a celebrazione del IV centenario della morte del Santo, con introduzione e note di Maria Teresa Bonadonna Russo, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per l’informazione e l’editoria, Roma 1995, p. 55, nota 122.
  • Il primo processo per san Filippo Neri nel codice vaticano latino 3798 e in altri esemplari dell’Archivio dell’Oratorio di Roma, edito e annotato da Giovanni Incisa della Rocchetta e Nello Vian, con la collaborazione di Carlo Gasbarri, 4 v., Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 1957-1963 [I: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1595, 1957; II: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1596-1609, 1958; III: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1610. Testimonianze «extra urbem»: 1595-1599, 1960; IV: Regesti del secondo e terzo processo. Testimonianze varie. Aggiunte e correzioni alle note dei volumi I-III. Indice generale, 1963], vol. I, p. 53, nota 193.
  • [Pompeo Pateri], Memorie lasciate dal p. Pompeo Pachi (sic!) per negozi e cose spettanti alla Congregazione dell’Oratorio, a cura di Maria Teresa Bonadonna Russo, in Ead., Le «Memorie» del p. Pompeo Pateri d. O., “Archivio della Società romana di storia patria”, 97, 1-4, 1974 (stampa 1975), pp. 39-146: 55-146.

Bibliografia

  • Edoardo Aldo Cerrato, Il volto dell’Oratorio nel «De origine Oratorii» di Cesare Baronio, in Luigi Gulia, Ingo Herklotz, Stefano Zen (a cura di), Società, cultura e vita religiosa in età moderna. Studi in onore di Romeo De Maio, Centro di Studi Sorani «Vincenzo Patriarca», Sora 2009, pp. 61-83.
  • Antonio Cistellini, San Filippo Neri. L’Oratorio e la Congregazione oratoriana. Storia e spiritualità, prefazione di Carlo Maria Martini, 3 v., Morcelliana, Brescia 1989, vol. III, p. 2412 (Indice dei nomi di persona).
  • Giuseppe Finocchiaro (a cura di), I libri di Cesare Baronio in Vallicelliana, Biblioteca Vallicelliana, Roma 2008, p. 213.
  • Carlo Gasbarri, L’Oratorio romano dal Cinquecento al Novecento, Arti Grafiche D’Urso, Roma 1963 1962, p. 158.
  • Stefano Zen, Baronio storico. Controriforma e crisi del metodo umanistico, prefazione di Romeo De Maio, Vivarium, Napoli 1994.
  • Stefano Zen, Oratori devoti, combattenti spirituali, soldati di Cristo. Percorsi della perfezione cristiana in Italia nella prima età moderna, Loffredo, Napoli 2012, pp. 15-45 (cap. I, «L’Oratorio di Filippo Neri e la ‘perfezione’ della Chiesa primitiva»).
  • Stefano Zen, Filippo Neri e le «historie ecclesiastiche» di Baronio, in Paola Paesano (a cura di), Filippo Neri. Un santo dell’età moderna nel V centenario della nascita (1515-2015). Atti del Convegno di studi, Roma, Biblioteca Vallicelliana, 16-17 settembre 2015, Pliniana, Roma-Selci (PG) 2018, pp. 221-254.

Voci correlate

Nota bene

Questa voce fa parte della sezione trasversale Oratorio e Congregazione oratoriana: storia, spiritualità, politica culturale, dedicata all’Oratorio sorto per iniziativa di Filippo Neri, che da libero sodalizio conobbe nell’arco di un quarto di secolo una sua graduale evoluzione fino alla sua istituzionalizzazione nel 1575 (quando papa Gregorio XIII decise per decreto di costituire la Congregazione oratoriana), con l’obiettivo di costruire un repertorio di voci inerente non soltanto ai padri e ai fratelli laici che entrarono stabilmente nell’Oratorio filippino, ma allargato significativamente alle opere prodotte e diffuse dall’operoso laboratorio oratoriano, ai luoghi della Congregazione, alle personalità più o meno note che si riconobbero nella sua politica culturale, partecipando attivamente alle varie iniziative promosse e in particolare agli esercizi spirituali, considerati il nucleo pulsante del programma filippino.

Article written by Stefano Zen | Ereticopedia.org © 2023

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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