Corte, Cesare

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Cesare Corte è stato un pittore genovese, nato nel 1550, perseguitato dall’Inquisizione di Genova per possesso e lettura di libri ereticali.

La sua vicenda, avvenuta tra il 1613 e il 1619, evidenzia il rigore delle autorità ecclesiastiche nel controllo sugli artisti come sui letterati e sulla circolazione dei libri proibiti.

Corte aveva lavorato, oltre che in patria, in Francia, Inghilterra (al servizio di Elisabetta I), e in Tirolo. Nel 1613 fu denunciato all’Inquisizione genovese per il possesso di numerosi libri proibiti. Le accuse portarono alla sua incarcerazione e a un lungo processo durante il quale si discusse anche della provenienza di questi testi.

Il Sant'Uffizio romano, in risposta alla segnalazione giunta dal tribunale genovese, ordinò che Corte fosse sottoposto a torture per ottenere informazioni sui complici e sull’origine dei libri posseduto. Gli fu imposto di abiurare formalmente e pubblicamente le sue posizioni e fu condannato al carcere perpetuo.
I suoi libri furono pubblicamente bruciati.

Tuttavia, la salute fisica e l’età di Corte portarono le autorità a rinunciare alla tortura, e il pittore ricevette il permesso di continuare a dipingere mentre era in carcere. La condanna al carcere perpetuo gli fu comminata nel 1615, ma nel 1619 la sentenza fu commutata, permettendogli di tornare alla sua attività artistica, pur rimanendo sotto stretta sorveglianza.

Bibliografia

Article written by Redazione | Ereticopedia.org © 2024

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

thumbnail?id=1_usu8DkYtjVJReospyXXSN9GsF3XV_bi&sz=w1000
The content of this website is licensed under Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) License