Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Cathelina Lardelli è stata una donna perseguitata e condannata a morte per stregoneria a Poschiavo nel 1672.
Appartenente a una famiglia sospetta di praticare la stregoneria da generazioni, i Lardelli detti Regaid (per cui lei stessa era soprannominata "Regaida"), fu condannata a morte con sentenza del 1° febbraio 1672 (decapitata con rogo del cadavere). Aveva confessato di essere stata iniziata alla stregoneria sin dall'infanzia, di aver partecipato al sabba e di aver compiuto malefici.
Cathelina era vedova di Giovanni Antonio Lardelli e aveva due figlie, di nome Anna e Nesotta, nonché un figlio di nome Pietro: nessuno fu risparmiato negli anni a venire, entrambe le figlie femmine e il figlio maschio andarono incontro alla persecuzione e alla morte sul patibolo. Anche la nipote Caterina Ross (figlia di Nesotta) fu perseguitata e condannata a morte.
Fonti e bibliografia
- Gaudenzio Olgiati, Processi di Stregoneria nella Antica Giurisdizione di Poschiavo 1631-1672, trascritti da R. Juvalta (1969), vol. I, pp. 117 sgg.
Link
- Fascicolo processuale di Cathelina Lardelli (sentenza di condanna del 1° febbraio 1672) sul sito del Comune di Poschiavo.
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]