Regnoli, Camillo

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Camillo Regnoli, citato anche come Ragnolo o Ragnoli, è stato un giurista ed eresiarca faentino del XVI sec., condannato a morte dall'Inquisizione romana nel 1569.

Membro del Consiglio generale di Faenza, raccolse attorno a sé una folta conventicola evangelica, che a partire dal febbraio 1567 (da un anno era stato eletto papa Pio V) incappò nella durissima persecuzione inquisitoriale, a seguito di una denuncia depositata dal faentino Salvatore Panettini. Arrestato e estradato a Roma, fu giustiziato per impiccagione (quindi il cadavere fu arso sul rogo) a Ponte Sant'Angelo il 25 maggio 1569 (durante la stessa cerimonia furono giustiziati Bartolomeo Bartocci e Francesco Cellario). Il 23 agosto 1569 Camilla Caccianemici, moglie di Regnoli, subì la stessa sorte a Faenza.

Bibliografia

  • Salvatore Caponetto, La Riforma protestante nell’Italia del Cinquecento, Claudiana, Torino 19972, pp. 294-297.
  • Francesco Lanzoni, La controriforma nella città e diocesi di Faenza, F. Lega, Faenza 1925.
  • Domenico Orano, Liberi pensatori bruciati in Roma dal XVI al XVII secolo, Bastogi, Foggia 1980 [1904], pp. 37-38.
  • Adriano Prosperi, Faenza, in DSI, vol. II, pp. 573-575.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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