Martelli, Braccio

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Braccio Martelli (Firenze, 1501 - Lecce, 17 agosto 1560) è stato un "vescovo ribelle" fortemente sospettato di eresia.

Patrizio fiorentino, parente del cardinale Niccolò Ridolfi e di Cosimo Pazzi, arcivescovo di Firenze, si trasferì a Roma sotto Clemente VII, che lo nominò vescovo di Fiesole nel 1530, dove si mostrò assai tollerante nei confronti del dissenso religioso (al punto che lo storico teatino Antonio Caracciolo lo citò come il "vescovo eretico" di Fiesole). Partecipò a tutta la prima fase del concilio di Trento (comprese le sessioni bolognesi), scatenando contro di sé l'ostilità dei prelati più zelanti e intransigenti, come il Grechetto, ma anche del cardinale legato Del Monte (il futuro Giulio III), che ne chiese l'allontanamento da Trento. Angelo Massarelli, segretario del concilio, scrisse di lui: "Il vescovo di Fiesoli il quale è molto ostinato et imprudente et aperto nemico della sede apostolica, ignorante et molto maligno […] è una bestia et dice cose da ignorante et pazzo".
Con un provvedimento di fatto punitivo, Giulio III lo trasferì al vescovado di Lecce nel 1552. Martelli vi fece residenza fino alla morte, avvenuta nel 1560.

Bibliografia

  • Processo Morone2, vol. 1, p. 758, nota 10 (e bibliografia ivi citata).

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Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2013

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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