Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Battista Carioni, detto Battista da Crema, è stato un teologo domenicano, sospettato di eresia e le cui opere furono messe all'Indice.
Biografia
Nacque tra il 1470 e il 1480. Entrato nell'ordine domenicano della Lombardia da giovane, vi compì i propri studi, forse nel convento di Santa Maria delle Grazie a Milano (avrebbe avuto tra i suoi confratelli Girolamo Savonarola e come maestro spirituale Sebastiano Maggi). Prese l'abito nel 1494. Dal 1497 al 1499 fu quindi priore del convento di Santa Maria delle Grazie di Milano, quindi fino al 1519 fu priore di Santa Maria delle Grazie di Modigliana. Nel 1519 si trovava nel convento di Santa Corona a Vicenza, dove Gaetano Thiene si affidò a lui come maestro spirituale.
Dal 1527 fu la guida spirituale di Ludovica Torelli, duchessa di Guastalla, stabilendosi dal 1529 a casa sua, dove strinse un sodalizio con Antonio Maria Zaccaria, medico e fondatore dei barnabiti.
Morì in casa della Torelli nella notte tra il 31 dicembre 1533 e il 1° gennaio 1534.
Battista fu sospettato di eterodossia sin dalla pubblicazione della Via de aperta verità, pubblicata nel 1523, e in seconda edizione emendata nel 1525. Il suo trasferimento in casa della duchessa di Guastalla suscitò vive critiche da parte di Gian Pietro Carafa. La pubblicazione, nel 1531 a Venezia, dell'Opera utilissima della cognitione et vittoria di se stesso e , nello stesso anno a Milano, della Philosophia divina di quello vero maestro Iesu Christo crucifixo gli attirarono contro nuovi sospetti. Inoltre i suoi superiori domenicani contestarono costantemente la dispensa concessagli per risiedere presso la duchessa di Guastalla, e solo le pressioni di quest'ultima presso Clemente VII riuscirono a evitargli sanzioni.
Battista fu accusato sin dalla pubblicazione della sua prima opera di eresia pelagiana, per la sua esaltazione della libertà dell'uomo che attraverso l'imitatio Christi poteva raggiungere autonomamente la grazia. Battista elaborò critiche a tutto tondo contro i costumi del clero dei suoi tempi, esaltando una religiosità fondata sulla carità e poco attenta ai dogmi e alle sterili cerimonie. Nel 1535 Paolo III affidò l'esame delle opere di Battista a Giovanni Morone, che le ritenne ortodosse. Le sue opere vennero tuttavia poste all'indice da Paolo IV, e il provvedimento fu confermato negli indici successivi. Fondamentale fu, all'inizio degli anni cinquanta, il caso di Paola Antonia Negri, la cui eresia fu ispirata proprio dalla lettura delle opere di fra Battista.
Opere principali
- Via de aperta verità, per maestro Bastiano Vicentino, Venezia 1522.
- Philosophia diuina di quello uero maestro Iesu Christo crucifixo…, Impresso dentro de la inclita citta de Milano per magistro Gotardo da Ponte fiamengo che sta appresso ala douana, 1531.
- Opera utilissima De la cognitione et vittoria di se stesso, per messer Gotardo da Ponte Fiamengo che sta appresso a la Doana, Milano 1531.
- Specchio interiore. Opera divina per la cui lettione ciascuno devoto potrà facilmente ascendere al colmo della perfettione, Dal Calvo, Milano 1540.
Bibliografia
- Giorgio Caravale, L'orazione proibita. Censura ecclesiastica e letteratura devozionale nella prima età moderna, Olschki, Firenze 2003, pp. 109-110, 134-37.
- Sergio Pagano, La condanna delle opere di fra' Battista da Crema. Tre inedite censure del Sant'Offizio e della Congregazione dell'Indice, «Barnabiti studi», XIV, 1997, pp. 259-80.
- Sergio Pagano, Battista da Crema, in DSI, vol. 1, pp. 156-57.
- Sosio Pezzella, Carioni, Battista, in DBI, vol. 20 (1977).
Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2013
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]